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Organizzare l'azienda o seguire la UNI EN 9001:2015 ?
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> La futura ISO 9001, l'attuale ISO 9001:2015 e le versioni precedenti
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Autore Messaggio
Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Ven Feb 12, 2016 11:09 pm    Oggetto: Organizzare l'azienda o seguire la UNI EN 9001:2015 ? Rispondi citando

Il mio titolo è un po' provocatorio,
ma ho visto che ha lasciato senza parole anche un tecnico supervisore ISO, che presiedeva l'operato (folle per alcune cose) del comitato nazionale UNI che aderisce al TC 176 SC2 e non sa, non avendo una pratica estesa, penso, di organizzazione VERA delle Aziende Italiane.

La norma ISO abituata come tutto il mondo (meno il giappone che nelle sue grandi aziende, sopratutto di automotive, ha cambiato il modello di base dell'organizzazione "per funzioni" ormai da 50 anni) ad organizzare "per funzioni" le attività aziendali, addirittura ha scritto nella norma che è giusto organizzare qualsiasi azienda al mondo per processi "correlati" [così li chiama la norma ancora oggi!!, cioè ogni ufficio/reparto è sede di attività che si articolano in "processi" che si correlano con altre attività del reparto /ufficio a valle]. In pratica chiama "processo" qualsiasi somma di attività che si eseguono all'interno di un ente /ufficio aziendale

A questi signori, secondo me, infatti non è assolutamente chiaro che cosa significhi "processo" , o meglio credono che per processo si intenda quella sua parte relativa ad uno qualsiasi dei suoi reparti o "silo" (come molto opportuneamente li chiama Stefania negli e-book della collana). In questo poi sono corroborati strenuamente dalle società americane che ci vendono un sacco di loro sistemi organizzativi (fallimentari se applicati qui in Italia nelle nostre piccole PMI diversissime dalle loro aziende - città in cui la più piccola è di "sole" 20.000 persone ... e voglio vederlo io un manager che in queste "città" intrattiene dei rapporti umani seri con le Persone che ci lavorano: tutto deve essere gerarchizzato, spersonalizzato e pensato/fatto cadere dall'alto da parte di CEO illuminati!).

Parlo così perchè ho visto con questo occhi, accadere delle cose turche in aziende in cui io stavo facendo altri interventi e che inutilmente facevano salatissimi progetti di applicazione di queste tecniche americane [folkloristiche dai nomi altisonanti con variopinte cinture da judo] rivelatesi prestissimo fallimentari e miserande.

Questi signori ad esempio non sanno che moltissimi ritardi di consegna e sprechi avvengono nel passaggio tra una funzione e quella a vallein un contesto italiano.
Se poi queste aziende, pur non essendo automotive, hanno un catalogo prodotti che è un libro con centinaia di famiglie che generano migliai di prodotti finiti diversi, figuratevi il bailamme a cui sono votate se non esiste una programmazione UNICA che coordini il tutto per cliente/ordine, dando delle precedenze.

Queste per loro difesa, poverine, (altrimenti impazzirebbero tutti) sono costrette a mantenere scorte di finito enormi e lanciano produzioni a lotti per ripianare i buchi generati dalle vendite ....se hanno un volano finanziario sufficiente, ....altrimenti chiudono!

Per essere chiari fino in fondo dò qui la definizione (banale e semplicissima) di processo di attraversamento che io considero dare i risultati che mi ha sempre dato in tante applicazioni negli anni passato in cui facevo il consulente e che funziona e fa funzionare tutti i principi della ISO 9001 nuova (che altrimenti farebbero fallire qualsiasi progetto come quello che abbiamo lanciato con gli e-book della collana di Qualitiamo:
Per processo di attraversamento si intende il processo di implementazione di un ordine Cliente che attraversa tutta l'azienda, dal momento della richiesta di offerta fino alla emissione della bolla di vettura per spedire il prodotto.

Questo processo di attraversamento ha un "responsabile di processo" che ha il compito ufficiale (dichiarato e comunicato al cliente) di coordinare i movimenti dell'ordine (e del materiale se di materiale stiamo parlando, oppure di servizi , il che è lo stesso) e risolvere gli intoppi, anche con i fornitori esterni, ma nel rigoroso coordinamento fatto dal responsabile di programmazione, per non diventare un expediter che si azzuffa con gli altri Responsabili di processo che seguono altri ordini/Clienti.

50 anni fa, all'inizio, in giappone, successe di tutto [un vero casotto] perchè la supply chain era disorganizzata (come lo è per lo più da noi) e comunque non era in sintonia con l'azienda Cliente.. Anche noi con un ritardo di 50 anni dobbiamo cambiare testa totalmente con grande umiltà e considerare i nostri "providers" dei partners e non delle vacche da mungere e basta! [li ho distinti dai "supplier" che sono solo i grandi fornitori mondiali di componentistica standard in ogni campo)]

Se a qualcuno interessa posso raccontare come quanto ho detto sopra ha funzionato in casi reali, che oggi avrei realizzato molto meglio se fosse stato applicato quanto detto nella ISO 9001 come se la sua versione 2015 fosse stata emessa ed applicata veramente da allora.
Sto infatti parlando di occasioni in cui l'applicazione più recente ha tre anni, ma alcune datano di almeno una decina di anni fa! (in un caso di 15 anni fa ha funzionato egregiamente solo applicando allora i principi del paragrafo della nuova norma 7.5 - documented information - che molte aziende del mio Nord Est non utilizzano per una stupida e infondata paura (dice infatti il bollinaro delle banane: "Se faccio la mappatura dei "miei" processi la concorrenza viene a sapere come facciamo noi e ci copia"! ...ogni commento è superfluo... ma solo per voi, perchè il suddetto bollinaro ti caccia se insisti a dirgli e dimostrargli che ha detto la sua "belinata" quotidiana!)
ciao
Paolo
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Giovanna
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MessaggioInviato: Dom Feb 14, 2016 9:44 am    Oggetto: Rispondi citando

Buongiorno Paolo,

per me sarebbe molto interessante se tu continuassi a scrivere sull'argomento, illustrandoci dei casi reali.

Colgo l'occasione per porti una domanda.
Siamo all'interno di una PMI,di circa 40 dipendenti, ed esiste una sola persona (non é la proprietà) che é responsabile di tutto.
Prende in mano gli ordini, verifica se é necessario l'intervento dei disegnatori, ha il contatto diretto con i clienti, gestisce la produzione, si interessa della logistica, gestisce i reclami cliente. Ha contatto diretto con i fornitori.
Ripento non coordina tutte le suddette operazioni, ma le realizza lui.
Tutto questo comporta che bisogna fare sempre riferimento a lui per qualsiasi cosa.
Come consideri questa figura?

É da tempo che volevo conoscere il tuo parere, ho paura di non essere obiettiva; vedo solo una persona accentratrice e non un responsabile di processo.

Grazie mille
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Dom Feb 14, 2016 11:00 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Giovanna,
tu ci dici:
Citazione:
Siamo all'interno di una PMI,di circa 40 dipendenti, ed esiste una sola persona (non é la proprietà) che é responsabile di tutto.
Prende in mano gli ordini, verifica se é necessario l'intervento dei disegnatori, ha il contatto diretto con i clienti, gestisce la produzione, si interessa della logistica, gestisce i reclami cliente. Ha contatto diretto con i fornitori.
Ripento non coordina tutte le suddette operazioni, ma le realizza lui.


L'identikit perfetto che fai ha un nome di cui abbiamo già parlato nel nostro primo e-book della "collana" di Qualitiamo.
Questa persona si chiama "l'indispensabile".
Spesso si trova come capo silo in organizzazioni per funzioni che hanno più silo da mettere in campo organizzativamente. ...ma questo è addirittura "l'uomo-azienda".
Se va via lui (o rimane sotto ad un TIR-treno) è finita... per l'azienda!
Umanamente speriamo che non succeda a lui di restare sotto ad un TIR o il Treno, ma certamente lui non se ne andrà dall'azienda ..perchè gli piace troppo [anche se lui fa la faccia di incazzato tutto il giorno per far capire a voi che siete una banda irresponsabile di fannulloni: lui recita la parte del padrone in tutti i sensi!] fare da padrone senza averne i carichi (stai tranquilla che i proprietari gli avranno assicurato uno stipendio da urlo che lo gratifichi almeno da quel punto di vista : se non è così è pirla lui perchè fa il padrone senza averne i soldi!

Certo che per l'azienda uno così è un grosso pericolo (e i padroni se ne accorgeranno quando lui non ci sarà più) ....se puoi scappa subito!!
Ciao
Paolo
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Dom Feb 14, 2016 1:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sai Giovanna,
paradossalmente la tua situazione con quel "fasso tuto mi" (faccio tutto io), come si dice qui in veneto, dimostra inequivocabilmente che, se esiste un "process owner" in un azienda, si ottiene il massimo dell'efficienza e l'accorciamento drastico dei tempi di consegna...il che significa il minimo dei "tempi di attraversamento".
Il problema è che il tuo indispensabile accentra in sè almeno 3 o 4 process owners e certamente fa lui la programmazione, lui decide le priorità da dare a ciascun cliente, ci pensa lui a dire alla manutenzione cosa fare (e che priorità di interventi eseguire) e sopratutto si è creato lui da solo una "supply chain" funzionale, ... alla giapponese, in modo che avrete certamente dei fornitori che magari lavorando di notte, ma vi danno i componenti lavorati in poche ore, o giorni, se si tratta di pezzi complessi.

Uno così pero scoppia, tosto o tardi (se non è un Mandrake): è per questo che il mio consiglio di scappare prima che puoi da quell'azienda è sempre valido-
Se scoppia lui, infatti, agli imprenditori-padroni non resta che chiudere .....e rimpiangere il loro uomo sempre più convinti di averlo scelti "LORO" in modo "GIUSTO" ...... e ora di fronte ad una "banda di incapaci" (voi tutti) "mangiatori di pane a tradimento" a loro non resta che piangere il "grande uomo" e chiudere l'azienda!


Ciao
Paolo


L'ultima modifica di Paoloruffatti il Dom Feb 14, 2016 1:18 pm, modificato 1 volta
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Dom Feb 14, 2016 1:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sapessi Giovanna quanti ne ho conosciuti di figuri del genere in ogni dove:

te ne racconto uno per tutti, anzi due!

Il secondo, un ex consulente della più grande società (americana) di consulenza operante in italia, aveva fatto più o meno quello che ci racconti tu ed un po' alla volta, oltre a prendersi uno stipendio che valeva 5-6 volte quello di un operaio, aveva costretto l'imprenditore a cedergli di fatto l'azienda ...anche legalmente, con un contratto che l'imprenditore ormai era costretto a firmare, ma certamente stilato da costui o da un avvocato che sapeva bene che cosa stesse chiedendo!.

Il primo invece era "l'uomo azienda" di un famosissimo imprenditore Vicentino Presidente o ex Presidente di tutto (osannato dai giornali locali per ogni evenienza!), che mi chiedeva di "fare un sistema qualità" .... sai quell'operaio che aveva cominciato col padrone venti anni prima (ed ovviamente si davano del tu) e che gli aveva fatto comprare una linea di produzione dal costo superiore al miliardo di lire (allora una follia!), ma quando chiesi all'imprenditore, prima di accettare l'incarico, di fare un giro nel "gemba", lui ovviamente mi affidò a costui.

Cominciammo il giro e quando, arrivando davanti al nuovo impianto, vidi tutti i sensori elettronici che penzolavano distaccati, costui mi disse in dialetto "no capisso gnenete de 'ste diavolerie elettroniche, alora le go destacà mi e adesso la machina va che xe una meravegia, ...anca se la produse la metà de quelo che ga previsto i costrutori...ma adesso so mètarghe mi le man se la se rompe!... sottolineando con orgoglio quanto aveva detto alla fine!.

Inutile dire che io ho rifiutato il contratto (con grande stupore del "Famosissismo Imprenditore") ... mi seccava essere fatto fuori da un ignorante di quella forza, certamente ascoltatissimo dall'imprenditore! ed era sicuro che alla mia prima info sull'indispensabile, che stava facendo perdere all'azienda un sacco di milioni, lo avrebbe fatto molto volentieri, essendo ascoltato LUI non io ....ultimo venuto!
Ciao
Paolo

PS: il grande imprenditore ha avuto, anni dopo, il più alto riconoscimento dal Presidente della nostra Repubblica con titoloni di osanna su tutti i giornali locali .....ed i milioni li ha fatti lo stesso...la moglie, diventata deputato europeo (andandoci con colui che ha tenuto in scacco la nostra democrazia per 20 anni) dopo aver svenduto l'azienda che lei aveva "fregato" ad un mio collega una vita fa!

Bravi! (vero?!) ...ed io continuo a sopravvivere con la mia pensione da fame per aver fatto allora delle scelte molto ma molto diverse!... e ne vado fiero!
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Giovanna
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MessaggioInviato: Lun Feb 15, 2016 11:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paolo,
Come sempre hai centrato in pieno il personaggio e ti ringrazio per le tue risposte......Se ti é possibile puoi presentare i casi di cui parlavi all'inizio del tuo intervento?

Grazie
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Mar Feb 16, 2016 1:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Certo Giovanna!,
cominciamo dal caso più lontano (circ 15 anni fa)
Azienda nata da una invenzione geniale che solo gli italiani sanno fare (fa trasduttori di posizione ad alta o bassa risoluzione per un sacco di applicazioni su macchine più o meno costose: dopo qualche anno l'azienda arriva ad avere 20 persone compresa una magazziniera con la memoria di ferro.
Costei, infatti ha avuto il merito di essere stata l'artefice inconscia della loro efficienza nonostante i buchi organizzativi che avevano;
Feci subito una mappatura per capire il "gap" che li divideva dalla efficienza: La Magazziniera all'arrivo di un ordine, messo a computer immediatamente dal commerciale (che poi si defilava totalmente) provvedeva a preparare uno o più scatole contenenti tutti i componenti e li inviava alla prima postazione di lavoro.
Il prodotto poi seguiva un ciclo che gli operatori si erano scritti sulla carta da formaggio classica.
Pensate, non esisteva l'ufficio tecnico e quindi niente distinte base!, chiesi ed ottenni subito dal proprietari di assumere due o tre ingegneri giovani che facessero le cose che fa un ufficio tecnico di solito.

Il titolare si era spaventato perchè, data la crescita rapidissima dell'azienda, gli dissi che c'erano cose che solo lui poteva dire se erano fattibili o meno dai prodotti che lui aveva inventato e continuavano a proliferare velocemente.

Da allora le linee di prodotto e la gamma di prodotti per ogni linea erano divetate tali e tante da sfidare la memoria della magazziniera...che cominciava allora a perdere colpi ("per la vecchiaia", mi disse lei con molto spirito!).
Io suggerii ai nuovi arrivati di andare a chiedere agli operai i loro quaderni, agende della cassa di risparmio, fogli di carta da formaggio e copiare religiosamente tutto ciò che loro si erano scritti, per farlo diventare una delle più importanti "documented information" da condividere tra tutti, per farla diventare cioè una "conoscenza condivisa" tra tutti i dipendenti (e titolare).
Tre ingegeri ci misero un anno per trascrivere tutto in modo che fossero pronte le distinte base e le istruzioni di lavoro con le sequenze (figurate) di montaggio dei singoli pezzi .Tra l'altro acquistarono anche uno dei primi programmi di modellazione solida (allora costosissimi!) per descrivere molto bene le sequenze di montaggio.
Arrivarono ad avere dei tempi di consegna cortissimi, avendo tra l'altro compreso la potenza del far trovare all'operatore tutto ciò che serviva per il montaggio ed in particolare della parte elettronica (si facevano loro il montaggio manuale delle schedine a forma circolare, fino a quando convinsi il prorietario a darle da far fuori ad un'azienda li vicino che faceva solo schede elettroniche, e perciò a prezzi molto vantaggiosi.

Il magazzino divenne così più vuoto (e quindi anche fianziariamente ne guadagnò la ditta) e gestibile da una nuova magazziniera giovane che non aveva la memoria da Pico della Mirandola. La "vecchia" magazziniera accettò di diventare lei la responsabile di programmazione globale (contentissima di "comandare a tutti i maschietti" come aveva dimostrato di voler e di saper fare già dall'inizio!!
Il Commerciale infatti, all'inizio con un po' di "obtorto collo", cominciò a darmi dei "responsabili di processo" che ebbero un successo enorme con i Clienti, che dimostrarono di essere molto soddisfatti di aver finalmente una persona di riferimento (comandati da questa responsabile di programmazione inflessibile, ma gentile con i Clienti).
Costoro all'inizio chiedevano miracoli perchè volevano tutto e subito, ma impararono presto a riorganizzarsi anche loro, per avere delle date di consegna che, se sgarravano, lo facevano di qualche ORA (non di giorni come succedeva prima)!
Questo è uno dei miei clienti che alla fine era contento di potersi cambiare la macchina (una vecchia BMW, acquistata ai tempi d'oro dell'inizio attività e mai più cambiata perchè "non ce la faceva più") e addirittura mi ringraziò per "aver dato una svolta decisiva alla sua azienda"!!!

Domani ti racconterò di un altro caso in cui invece, pur avendogli fatto raddopppiare il fatturato (senza toccare il n° di persone che ci lavoravano) in circa sei mesi, non mi disse nemmeno "can bestia, Grazie!".
Questo secondo caso è un esempio lampante di lotta agli sprechi e del peso importante, per diversi aspetti, della mancata manutenzione. Con i clienti invece fece successo l'uso dell'"ordine Aperto" sconosciuto ai grandi nomi della moda Italiana.
ciao
Paolo
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Giovanna
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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2016 1:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paolo,

l'esempio che hai riportato é molto chiaro.
Se sei d'accordo con me, si puó sostenere che le PMI creano in modo naturale e inconsapevole figure che si possono considerare responsabili di processo. E questo é stato da sempre un loro punto di forza.

Il problema grosso é la mentalitá di queste persone. La loro paura di perdere "potere" non permette all'organizzazione di crescere e camminare con le proprie gambe.

Grazie
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QualitiAmo - Alberto
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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2016 2:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giovanna ha scritto:
le PMI creano in modo naturale e inconsapevole figure che si possono considerare responsabili di processo


Dici Giovanna?

Se considero la mia esperienza, direi che creano dei responsabili di area, non di processo perchè appena andiamo sull'interfunzionale iniziano i guai.

Magari ci fossero i processi e i responsabili di processo! Significherebbe che, almeno, ci si parla con l'idea di puntare a un obiettivo comune e non a tanti piccoli obiettivi di area.

Dici che mi sbaglio? pensa1
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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2016 6:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giovanna ha scritto:
..le PMI creano in modo naturale e inconsapevole figure che si possono considerare passibili di processo.

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Giovanna
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2016 8:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Se ho capito bene il responsabile di processo deve seguire l'iter dell'ordine, monitorarne lo stato e intervenire nel caso in cui ci siano dei problemi.

Da poco tempo lavoro in una PMI dove esiste una figura del genere che coordina tutte le azioni necessarie alla realizzazione del prodotto ed interviene su tutti i problemi.
Il problema ( scusa se mi ripeto) é che nessuno può mettere parola, fa tutto lui e guai a chi si intromette.

Grazie
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Slender Man
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2016 3:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

I risultati sono buoni? I clienti soddisfatti?
Questa "organizzazione" funziona, insomma?

E' importante capire da dove si parte...
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#34
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2016 3:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nel mio personale caso i risultati buoni sono un aspetto disincentivante al cambiamento. I miglioramenti che abbiamo avuto fino ad adesso sono stati raggiunti quando non se sarebbe potuto fare a meno.
"Fin che la barca va, lasciala andare...." Confused
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2016 6:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao #34,
non è propro solo nel tuo personale caso che i buoni risultati sono disincentivanti il miglioramento: lo è per tutte le aziende che conosco che hanno dentro l'indispensabile-
Costui boccia tutto quello (qualsiasi buona idea) che non viene fuori dalla sua testa, per il semplice fatto che una di queste buone idee (se non se ne appropria e la fa subito apparire come sua agli occhi del capo) sarebbe una chiarissima ammissione che chi la ha avuta è più bravo di lui!.

E' per questo che l'azienda lasciata in mano sua muore di inedia! [se lui non è un imprenditore nato per conto suo ed ovviamente migliore di quello che se l'è vista sfilare con destrezza sotto il naso da suddetto!]

Questo succede perchè l'imprenditore si fida ciecamente dell'indispensabile così tanto da dedicarsi a cose più importanti, sicuro che ci pensa l'indispensabile a mandare avanti la baracca.
..... [se vogliamo essere cattivi del tutto possiamo dire che tra le cose più importanti da dedicarsi ci può essere in qualche caso anche la Cayenne da andare a portare a lavare per mantenerla sempre più lucida!..... per fortuna non è sempre così!]
Ciao
Paolo
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2016 6:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Slender,
la tua conclusione che io percepisco è: "....bene se tutto funziona perchè volerlo cambiare?"
Spero di sbagliarmi, ma se vuoi ne facciamo una grossa discussione a parte ma io sono assolutamente contro a questa conclusione...troppo facile e per nienete duratura: uno dei cento passaggi generazionali che ho visto ne sono la riprova. Tu saprai certamente il caso del detto"il nonno fonda l'azienda il padre (la seconda generazione) costruisce, conferma e sviluppa, il figlio (la terza generazione) si mangia tutto! ...a volte il detto dura due sole generazioni!

Il problema per tentare una risposta alla tua obiezione è che tutto funzioni davvero perchè c'è qualcuno che si fa il sedere (il padre o l'indispensabile a cui il padre spesso ricorre perchè è stanco di lavorare 14 ore al giorno, come faceva il nonno abituato alle fatiche degli inizi del secolo scorso).
Quindi secondo me sarebbe bene indagare a fondo se è vero che tutto funzioni (perchè secondo me NON è vero proprio come dici tu: ho paura che il tuo sia un fuoco di paglia che dura forse una generazione!), produca reddito e soddisfazione del cliente ... quasi sempre ho visto che in aziende del genere uno dei tre suddetti output fallisce clamorosamente ...coi risultati che ne conseguono!: "chiusura Diosapperchè dell'azienda"
Cosa ne dici?
Paolo
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