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Approcci differenti tra Lean e TOC: possibile integrarli?

 
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Autore Messaggio
LucaJet
Nuova recluta del forum


Registrato: 18/10/15 17:16
Messaggi: 6

MessaggioInviato: Mar Ott 27, 2015 9:07 pm    Oggetto: Approcci differenti tra Lean e TOC: possibile integrarli? Rispondi citando

Buonasera a tutti,
scusate il messaggio "lunghino" ma i dubbi sono vari e temevo che dividendolo in più parti facesse perdere il filo.

Vorrei capire in primis se e come la filosofia Lean sia integrabile con la Teoria dei Vincoli (TOC).
Ho letto diversi articoli a riguardo, e nella maggioranza di essi si parla piuttosto genericamente di usare la TOC per individuare il vincolo e gli strumenti Lean per scioglierlo, al chè il vincolo si sarà spostato da un’altra parte e il ciclo ricomincia con l’individuazione del nuovo vincolo.

La TOC credo che dia comunque per scontato, nei suoi 5 focusing steps (identificare il vincolo, sfruttarlo, subordinare il resto ad esso, elevarlo, ricominciare) i primi 2 principi della lean production, ovvero definire il valore con gli occhi del cliente ed identificare il flusso del valore col VSM…ed è da qui che si dovrebbe partire con la TOC per trovare sprechi e ritardi.
In questo caso la TOC andrebbe a sovrapporsi al terzo principio lean “fare in modo che il flusso scorra senza ostacoli”.
Dopo di chè si procede con il quarto principio lean, ovvero con l’impostare il sistema in modo pull (la lean lo fa col takt time ed il kanban mentre la TOC col sistema DBR) ed infine cercare la perfezione (e qui lean e TOC convergono).
Vi ritrovate con la mia interpretazione?

La differenza principale nei due approcci è che mentre la Lean punta alla riduzione di costi e sprechi, la TOC punta all’aumento della capacità produttiva.
E da qui mi sorgono vari dubbi e spunti di riflessione…

Mi dà la sensazione che la TOC (o più in generale assimilare una filiera produttiva come una catena) sia più coerente col presupposto di produzione continua (cerco di produrre il più possibile in ogni caso) piuttosto che al pull (sto in attesa dell’ordine del cliente e, una volta ottenuto, parto a produrre). Mi spiego:
Se ad esempio ho una filiera produttiva one piece flow fatta da 4 step in serie: approvvigionamento materie prime (durata 2t), lavorazione (5t), assemblaggio (3t) e consegna (2t),
il vincolo è la lavorazione, ma dal momento in cui arriva l'ordine a quando il prodotto è assemblato impiego 10t. Ma a questo punto se riesco a consegnarlo in 1t anzichè 2t, non andrei a diminuire anche il tempo globale che va dall'ordine alla consegna? (stesso discorso per approvvigionamento e assemblaggio).
Questo mi risulta ragionando sul pull. Quindi il tempo totale è la somma dei tempi dei singoli step. È corretto?
Ma in questo caso per individuare le cause principali dei ritardi e stabilire da dove partire coi miglioramenti, più che la TOC mi sembrerebbe più appropriato Pareto (col quale si individuano le cause principali, ma non si esclude che anche quelle minori abbiano un effetto, pur se di portata inferiore).
Viceversa se ragiono come se stessi producendo sempre con continuità (tutti gli step stanno lavorando), sempre one piece flow, con obiettivo di produrre il più possibile (e ponendo la domanda superiore all'offerta) è chiaro che la lavorazione fa da vincolo, e migliorare gli altri step non diminuisce il tempo totale di produzione. Ovvero la velocità di uscita del singolo pezzo finito sarà uguale alla velocità dello step più lento (il vincolo). In quest'ottica bisognerebbe lavorare sui vari step-vincolo iterativamente col risultato di tendere ad un bilanciamento perfetto nei vari step, raggiungendo il quale si arriverebbe all'eliminazione del vincolo (o meglio, tutti gli step diventerebbero vincoli con la stessa identica velocità di processo).
Ma questa mi sembra appunto più applicabile dando per scontata la presenza crescente di domanda, non la dipendenza da essa tipica dell'approccio pull, non trovate?

Infatti il sottinteso della TOC nell’aumentare la capacità produttiva è di aumentare i ricavi, dando credo per scontato che ci sia domanda crescente. E se la domanda non c’è dice “semplicemente” che il vincolo si è spostato nel mercato (i clienti non vogliono la maggior quantità di merce che l’azienda sarebbe ora in grado di produrre grazie alla rimozione di tutti i vincoli produttivi oppure non la vogliono ad un prezzo maggiore).
Ma a questo punto come si agisce sul vincolo esterno alla filiera produttiva, ovvero il mercato? Da quanto ho capito la TOC suggerisce perlopiù che se il vincolo è la domanda significa che ci sono problemi di qualità nel prodotto/supporto ed è quindi qui che si devono concentrare le attenzioni per rendere il prodotto più appetibile al mercato…onestamente ciò mi sembra quantomeno un po’ utopistico e credo sia innegabile che avere un vincolo interno sia molto meglio (in quanto più gestibile perché sta nel nostro raggio d’azione diretto) rispetto ad avere il vincolo esterno nel mercato (mica posso ipnotizzare i clienti facendo loro comprare la mia merce se non sono interessati).

Cosa ne pensate?


Ringrazio fin d'ora chi volesse rispondermi o fare considerazioni Smile

Saluti,
Luca
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Lun Nov 02, 2015 6:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

Se cerchi nel sito (omino con la lente di ingrandimento nella prima pagina) ci sono due begli articoli pubblicati sull'argomento da Qualitiamo, qualche anno fa.
Ho inoltre appena inviato in redazione un articolo dell'autore della TOC (Elihau goldratt) che fa la storia del toc e di tutti gli altri schemi organizzativi oggi applicati in azienda, penso che Stefania te lo pubblichi di nuovo (o ti dia il link)
Ciao
Paolo
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QualitiAmo - Alberto
Moderatore


Registrato: 10/11/09 11:26
Messaggi: 4567

MessaggioInviato: Mar Nov 03, 2015 9:39 am    Oggetto: Rispondi citando

Ecco l'articolo che ci ha mandato Paolo ed eccoti i link di quelli che trovi su QualitiAmo:

La Teoria dei Vincoli

Lean manufacturing o Teoria dei vincoli?
_________________
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