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HACCP in evoluzione

 
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Autore Messaggio
Scintilla
Nuova recluta del forum


Registrato: 15/04/14 13:40
Messaggi: 10

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 1:11 pm    Oggetto: HACCP in evoluzione Rispondi citando

Vorrei provare ad "evolvere" il sistema HACCP di un'azienda alimentare impiegando una metodologia FMEA. Qualcuno di voi lo ha già fatto? Cosa ne pensate?
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Micky
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 2:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi pare uno spunto interessante e ne ho letto diverse volte anche se non ne ho esperienza diretta. Lo strumento di sicuro si presta.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

ISO 9001:2015 - SI AGGIUNGE ALLA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO IL NUOVO TESTO CHE SVELA I SEGRETI DELLA FUTURA NORMA



IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO



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dario
Enigmatico sorridente


Registrato: 27/11/07 16:30
Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 4:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carissima, se facciamo un bel distinguo posso essere un tuo fan.

Il distinguo lo imputo al fatto che se applico l'HACCP al gelataio di paese e lo costringi alla FMEA ammazzi il buon principio di gestire i rischi alimentari (servirebbe un consulente, formazioni, controllori... o costringeresti ai sistemi di facciata).

Se applichi ad organizzazioni grandi (Ospedale? Catering? Mense grandi? Fabbrica di semilavorati? ...) OK, sarebbe ottimo.

ok_0
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Scintilla
Nuova recluta del forum


Registrato: 15/04/14 13:40
Messaggi: 10

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 6:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Pensassi al gelataio del paese sarei da ricovero alla neuro Smile . Tranquillo lavoro solo con industrie alimentari!
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Micky
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2p71828
Qualità è precisione


Registrato: 31/10/08 17:43
Messaggi: 2750

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 6:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

non vorrei essere disfattista ma ci sono alcuni aspetti che non possono essere trascurati e potrebbero indurre a dubitare sulla praticabilità del progetto.

1) conoscenza e capacità di padroneggiare la FMEA (niente di personale Scintilla, ma credimi è molto difficile trovare qualcuno afferrato sull'argomento in quanto molto raramente applicato con la volontà di ottenere dei risultati che vadano oltre al documento fine a se stesso da presentare al cliente o all'auditor)

2) tendenza della FMEA a considerare solo i casi estremi (peggiore effetto) senza considerare separatamente tutte le possibili gradazioni degli effetti e delle cause

3) tendenza della FMEA di individuare una sola causa e non valutare i fattori concomitanti/concause.

4) difficoltà a giustificare i controlli dovuti dallo stato dell'arte/ regolamentazioni /standard
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dario
Enigmatico sorridente


Registrato: 27/11/07 16:30
Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 8:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scintilla ha scritto:
Pensassi al gelataio del paese sarei da ricovero alla neuro Smile . Tranquillo lavoro solo con industrie alimentari!


Cara scintilla, credo che se applichi la buona HACCP in modo serio hai risultati più che apprezzabili a tutti i livelli e senza complicare la vita a chi deve utilizzare gli strumenti.
Concordo con il collega "e", che la FMEA la conosce molto bene.

Non dimentichiamo che con l'HACCP abbiamo (hanno, sorry) mandato l'uomo sulla luna...
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Scintilla
Nuova recluta del forum


Registrato: 15/04/14 13:40
Messaggi: 10

MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 10:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

La mia idea di provare ad integrare HACCP ed FMEA, adattando naturalmente quest’ultima alle problematiche igienico-sanitarie, nasce dalla considerazione che la formula impiegata per la quantificazione del rischio, secondo le linee guida del Codex Alimentarius, considera soltanto la probabilità e la gravita. Mi occupo di HACCP dal ‘93, non esisteva ancora il Decreto Legislativo 155/97, solo direttive verticali che facevano una gran confusione tra analisi dei pericoli, gestione del rischio e piani analitici di controllo; sono quindi quasi 20 anni che rimugino sull’HACCP e dintorni. Nel tempo, mi sono resa conto che i fattori direttamente influenti sul livello di rischio sono molto più numerosi ed ho l’impressione che il supporto del metodo FMEA possa essere di aiuto, anche se con tutte le criticità giustamente espresse da 2p71828. O forse è solo che sto invecchiando ed ho voglia di fare qualche cosa di nuovo….

Dario, sulla Luna ci sono andati nel 1969 e non è detto che ciò che andava bene allora oggi non sia perfettibile…
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Micky
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Mer Apr 16, 2014 11:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Cara Scintilla,
mi viene da ridere e forte se penso che l prossima UNI EN ISO 9001:2015 va proprio nella direzione che tu hai scovato per il matrimonio tra HACCP e FMEA.

In effetti la nuova edizione 2015 generalizza questo tua intuizione (sacrosanta: posso dirlo anche se non sono molto "afferrato" sull'HACCP, nonostante io pensi di essere stato uno dei primi a preparare un mio grosso Cliente del food per la certificazione HACCP (due mesi dopo l'uscita di questo concetto in Italia ben prima della L 155/97 [che per inciso fu scritta copiando pedissequamente larghi brani dello standard HACCP, traducendone anche gli errori di ortografia, per diventare legge dello stato italiano]; pensa che l'odierno più famoso ente certificatore italiano del food usò due dei miei clienti e poi cercò altrove il terzo per avere l'accreditamento come ente certificatore su quell'EA)
Dicevo che tutta la nuova edizione della ISO 9001 è permeata dalla famosa analisi del rischio, ma non quella dell'OHSAS, bensì propone che chi analizza l'organizzazione di un qualsiasi angolo dell'azienda si deve chiedere ad ogni piè sospinto "What if?" (cosa succede se e perchè), che è il prodromo dell'analisi spinta nel futuro. ... non dico che sia la FMEA che è molto strutturata, ma insegna a guardare le cose e le situazioni che in azienda si trovano a centinaia, mettendole in discussione per prevenire qualsiasi brutta sorpresa.
Certo la nuova norma non parla di vastità, severità , durata e probabilità di accadimento, come nella 14001), oppure degli analoghi punti della FMEA (come ad esempio la detectability), ma lascia all'intelligenza di chi affronta il problema del pericolo insito anche nelle più banali attività quotidiane di una qualsiasi organizzazione, di usare i mezzi che vuole per evitare le suddette brutte sorprese future.
Ciao e complimenti sinceri!
Paolo Ruffatti
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dario
Enigmatico sorridente


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MessaggioInviato: Gio Apr 17, 2014 7:51 am    Oggetto: Rispondi citando

Una ultima considerazione, poi non vi stresso più su questo tema.
Scintiolla, ma mi riferisco anche alle considerazioni di Paolo.

Uno dei problemi che frenano fortemente lo sviluppo della qualità, come sviluppo culturale è proprio il nostro "perfezionismo", la complicazione degli affari semplici.
Se una cosa è semplice, per me è bellissima.
Se la 9001 2015 porterà a complicare la vita e a introdurre "cose da consulenti" otterremo l'effetto di aumentare il numero di sistemi di carta, senz'altro ottime opportunità di business per noi consulenti e "esperti" di qualità, ma le organizzazioni ancora una volta perderanno.
Non credo (Paolo, tra circa due anni ne riparliamo) che il focus sarà tutto sull'analisi dei rischi e sul what-if.
Mi fermo qui, conscio di essere il solito eretico burino di campagna-montagna...
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Gio Apr 17, 2014 9:33 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Dario,
.... lasciamo perdere il burino di campagna perchè:
1° non è vero
2° vorrei io poter vivere in campagna/montagna come te, lasciando una città tipica del Veneto, piena di nasi per aria (oltre alle Ferrari , Jaguar, Maserati e Porsche) e un gran vuoto dentro.

Circa le cose semplici quello che dici non è assolutamente in contrasto con quel che dico io sulla nuova ISO 9001 del 2015. Non si tratta di "cose da consulenti" (anche perchè una schiera di finti consulenti avrà seri dubbi a capire cos'è la semplficazione, introdotta dalla nuova norma)

La semplificazione è che, una volta che un Imprenditore vero (non dei piccoli caimani che sono proliferati a vista d'occhio negli ultimi anni) ha capito che per fare soldi bisogna premiare la cultura della qualità, anzi, aderirci senza se e senza ma, sarà uno scherzetto da bambini descrivere ed applicare un SGQ per un'azienda che potra risparmiare circa il 30% dei suoi costi (oggi sprecati ignominosamente) senza stare allo schema "per funzioni" che la 2008 di fatto imponeva, dopo aver aperto la sua prefazione con una dichiarazione d'amore per la organizzazione "per processi".

Come si fa... lo vedrete presto su questi schermi ..... e non è una roba da cinema o da consulenti costosissimi che non sanno nemmeno dove stia la qualità vera, sai, quella che si chiama riorganizzazione condivisa con tutti in azienda: dal primo dirigente all'ultimo manovale.
Ciao
Paolo

PS: dai una carezza ai tuoi porcelli bellissimi (dico sul serio , non è mica una canzonatura sai!)


L'ultima modifica di Paoloruffatti il Gio Apr 17, 2014 9:44 am, modificato 1 volta
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Gio Apr 17, 2014 9:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Dimenticavo di dirti che io ho provato anche a vivere in montagna.... ed era bellissimo.
Ti ho mai detto che prima di avere casa mia di proprietà nelle diverse città in cui ho abitato per "fare carriera" nel lavoro, ho fatto costruire la nostra casetta in montagna (parva sed apta mihi) sotto la Presanella- Adamello e ad un tiro di schioppo dalla Dolomiti di Brenta, dove ho arrampicato (su cose anche molto difficili) ogni volta che riuscivo a fuggire dalle città in cui lavoravo?

Quindi conosco anche quel tipo di vita che tu puoi immagini come mi manchi, .... ma la crisi che attanaglia tutti non mi permette di andare in pensione a cuor leggero , anche se ufficialmente lo sono già da 2 anni, per ritirarmi a fare il Cicinnato lassù
Ciao ancora
Paolo
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