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Le università italiane: facciamo il punto
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Autore Messaggio
Guerra
Forumista classe "oro"


Registrato: 27/09/13 08:38
Messaggi: 5802

MessaggioInviato: Ven Nov 15, 2013 11:56 am    Oggetto: Rispondi citando

Finn ha scritto:
ti dovrebbero anche far vedere quello che in relatà andrai a fare

Il problema è che non lo sai nemmeno tu cosa farai.
_________________
"Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono a volte"
Per qualche dollaro in più
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Finn_74
Forumista di Qualità


Registrato: 17/10/13 12:21
Messaggi: 428
Residenza: Torino

MessaggioInviato: Lun Nov 18, 2013 11:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:
Il problema è che non lo sai nemmeno tu cosa farai.


Intendevo dire che dovrebbero a volte rendere pratiche le cose che spesso sono solo teoriche. Come applicherai le teorie che ti stanno facendo studiare?
Chi insenga dovrebbe essere informato su cosa richiede il mondo del lavoro ed inserire queste "attvità pratiche" nei programmi.
In parte lo fanno già ma non sempre.
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Lun Nov 18, 2013 5:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

In questo processo di integrazione tra teoria e pratica, tra l'università e le aziende, vedo un pericolo mortale, e cioè quello del "pochi, maledetti, ma subito".
E' un fatto che si sta riproducendo in tutto il mondo: se un'impresa o un associazione di imprese si integra con un'università, succede che queste aziende vogliono avere dei filoni di ricerca "applicata", a scapito, cioè, della studio/ricerca pura, che alle aziende non interessa (tradizionalmente) un fico secco!
E' lo stesso rapporto che c'è tre il liberismo (va dove ti porta ..... il mercato, per parafrasare la Susanna Tamaro) e il socialismo, che il mercato lo vede come uno sbocco aplicativo della ricerca pura attualizzata.
...e questo non è un aspetto marginale, ma essenziale di tutta la questione.

Certo!, ancora oggi succede quello che mi è successo 40 anni fa [e ve lo racconto come memoria storica], ma ho la netta impressione che sia valido purtroppo ancora adesso.

1° Aprile 1970 inizio al lavorare alla Franco Tosi azienda privata allora leader per lo meno europea nella costruzione di centrali elettriche.
Per la tesi di laurea mi ero comperato il nuovissimo libro sul tema, scritto dal mio relatore e preside della facoltà di Ing Meccanica di Padova.

Nel libro c'erano pubblicate un sacco di foto di progetti e di lavorazione per la produzione di macchine usate nelle centrali elettriche, suddette.

Il prof. mi aveva detto che tutte quelle foto e descrizioni gli erano appena state concesse proprio dalla F.Tosi;
immaginatevi la mia felicità di andare a lavorare proprio nell'azienda leader, trattata nel libro di scuola!

.... immaginatevi il mio stupore quando, appena entrato in azienda, scoprii che avevano dato al mio professore i disegni e le foto di 20 anni prima: in realtà si producevano cose del tutto diverse e con tecnologie molto più avanzate.

Non so se poi è stato per pietà verso la mia scuola, ma dopo 3-4 anni e dopo essere passato all'Ansaldo per la costruzione della centrale nucleare di Caorso, portai ad uno dei miei ex professori un libro (americano), non edito per il mercato ma distribuito alle aziende che lavoravano nel campo, che illustrava per filo e per segno la componentistica nucleare con soluzioni tecniche e calcoli per il dimensionamento, parecchio interessanti; io intanto quella componentistica la stavo costruendo ...e modificando secondo la nostra esperienza e le nuovissime tecnologie che sperimentavamo, con il concorso di molte aziende fornitrici).

Questo professore non credette ai suoi occhi e ne fece subito un corso monografico, seguitissimo dai ragazzi!

Sei mesi fa, annunciando l'uscita del nostro e-book ad un professore che tiene all'università di PD dei corsi avanzati di Lean production, lui mi ha regalato un suo recente e poderoso lavoro sul tema, fatto con un suo assistente Indiano.
Ho visto che questo libro è una preziosa raccolta di tutto il sapere mondiale sul tema ... ma leggendolo non si va da nessuna parte!.
non voglio dire che la fatica di Stefania e mia sia molto migliore.. .ma almeno noi riportiamo quello che succede nella stragrande maggioranza delle nostre PMI, ch cercano di applicare queste teorie non conoscendo ancora l'ABC dell'organizzazione (che noi pragmaticamente illustriamo e della cui pericolosa mancanza avvisiamo). ........ E' come se volessero andare all'università dopo aver fatto la 5° elementare, in questo incoraggiate dalle loro associazioni di categoria!.

E purtroppo l'università non può nemmeno cercare di colmare questo gap, per il semplice fatto che:
a) non è a conoscenza della realtà industriale attuale (e sfarfalleggia sui massimi sistemi!!)
b) non ha nemmeno il contatto istituzionale con queste aziende per poter anche solo pensare di fare qualcosa di utile per recuperare questo gap enorme. .... ammesso che lo sappia fare!!!
ciao
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