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Elogio dell'errore

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
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MessaggioInviato: Mer Dic 17, 2014 11:51 am    Oggetto: Elogio dell'errore Rispondi citando

(Fonte: "Il Corriere della Sera")

Chi non ha mai commesso un errore nella sua vita alzi la mano. Errori veniali o gravi, magari senza possibilità di riparo.
Poi però c’è lo specchio: ci si guarda, si capisce e ci si ravvede, perché, come diceva Molière, gli errori più brevi sono i migliori.

Persino i santi sbagliano. San Francesco in gioventù si imbarcò in follie e
imprudenze che tra l’altro lo condussero in prigione. Se non avesse sbandato, forse non avrebbe mai pensato di rimediare radicalmente con la conversione, e da cavaliere dedito alle armi non sarebbe mai diventato
uomo di pace.

Il fatto è che qualche volta dai grandi errori nascono le grandi imprese.
Non che abbia molto a che fare con il poverello di Assisi, ma anche Mark Zuckerberg ha imparato dagli errori, almeno a sentire ciò che ha detto rispondendo alle domande degli utenti di Facebook: «Le persone di successo non solo imparano dai propri errori, ma impiegano la maggior parte del loro tempo a sbagliare». Un po’ esagerato. «Se hai successo, significa che le cose che hai fatto in gran parte sono sbagliate».
Doppiamente esagerato.

Basterebbe ripetere quel che ci dicevano i nonni: sbagliando s’impara.
In effetti si evolve a forza di correggersi e tutto sommato se ci si sbaglia è perché si cerca la verità.
Viceversa, raggiungere gli obiettivi senza mai inciampare è quasi innaturale, al punto da farci credere onnipotenti e da precipitarci nella depressione alla prima scivolata.

«Solo gli imbecilli — diceva De Gaulle — non sbagliano mai».
Vero, ma senza dimenticare la banalità che «perseverare è diabolico». Ti può andar bene una volta, due, tre, ma poi, anche se sei Zuckerberg, cadi irrimediabilmente.
Dunque a mia figlia insegnerei sì che sbagliando s’impara, però è meglio
farlo con prudenza. Prudentia in latino significa saggezza. Leopardi lamentava il fatto che si passi la vita più a rimediare agli errori che a cercare il vero: però non diceva che questo porta al successo.

Sta di fatto che l’errore aiuta a crescere specie se è figlio della curiosità, cioè della voglia diconoscere, quella di Ulisse.
Perché non si può negare che spesso le grandi imprese, come si diceva, sono figlie di una svista, di una distrazione. In fondo Dante apre la Commedia con questa ammissione. Se avesse proseguito sulla «diritta
via», niente visione celeste per lui, e niente capolavoro per noi.
Non c’è dubbio che, se avesse saputo quel che l’aspettava oltrepassato
il Purgatorio, avrebbe imboccato abbastanza serenamente quella deviazione fatale.

Non era un vile. Era quel che ai suoi tempi si definiva un magnanimo: uno che essendo alquanto consapevole delle sue capacità, non si sottraeva. Come certi scienziati che a forza di correggersi arrivano a scoperte sconvolgenti. Tutti sanno che l’errore è parente dell’errare, del vagabondare: il cavaliere errante più errante di tutti è don Chisciotte, campione di abbagli e di equivoci.
Bisogna pur ammettere che ci sono anche gli errori fatali, delle cui conseguenze è impossibile liberarsi: «Un vecchio errore vuole inseguirmi e incatenarmi e trascinarmi lì davanti ad ogni specchio per dirmi: guardati…». È Paolo Conte che spiega, con un gioco di parole e con qualche rammarico, che è impossibile «amare l’amore» senza mai fare neanche un errore.

Di che tipo di errore parli, è intuibile. Lo si paga caro, ma uno specchio fa sempre bene.

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luca92
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MessaggioInviato: Mer Dic 17, 2014 12:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

bellissimo articolo!
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Guerra
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MessaggioInviato: Mer Dic 17, 2014 12:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Wihelm Conrad Roentgen "scoprì" i raggi X per errore o meglio, dato che esistevano per natura, ne scoprì le potenziali applicazioni per errore.
Quante scoperte fatte dall'uomo per "errore", perchè si cerca qualcosa e se ne trova un'altra!
Anche l'America è un "errore", ma è un'altra storia.
Si usa anche la tenica delle approssimazioni successive: si cerca di affinare l'errore commesso.
E' un argomento molto ampio e complesso. L'articolo un po' controverso.
Elogiare gli errori: dipende dal tipo di errore.
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Veg-Quality


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MessaggioInviato: Gio Dic 18, 2014 8:57 am    Oggetto: Rispondi citando

Michael Jordan ha scritto:
"Avrò segnato 11 volte canestri vincenti sulla sirena, e altre 17 volte a meno di dieci secondi dalla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri.
Ho perso quasi 300 partite. 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato.
Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto."

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chrisbin
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MessaggioInviato: Gio Dic 18, 2014 10:17 am    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Michael Jordan ha scritto:
"Avrò segnato 11 volte canestri vincenti sulla sirena, e altre 17 volte a meno di dieci secondi dalla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri.
Ho perso quasi 300 partite. 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato.
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MessaggioInviato: Gio Dic 18, 2014 5:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

c'e' un pezzo splendido di Lee Child sul baseball, domani lo cerco Very Happy
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Oste
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MessaggioInviato: Gio Dic 18, 2014 6:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

"Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare" Winston Churchill.

Riporto questo celebre aforisma per agganciarmi alle vostre riflessioni, astenendomi dal commentare i casi di errori operativi.
Viviamo in un'epoca di continui cambiamenti e di competizione sfrenata in cui a volte, anche solo per sopravvivere, è necessario tentare strade inesplorate. E' diventato imperativo abbandonare il motto "si fa così perchè è sempre stato fatto così" e avventurarsi lateralmente verso nuove soluzioni. Nell'ultimo libro consigliato da Stefania si parla anche di creatività e di come diverse università americane abbiano dei veri e propri corsi sull'argomento, in quanto, pare, si sta riconoscendo il valore insito nella capacità di creare/interpretare/affrontare in modi diversi problematiche vecchie e nuove.
Ma non possiamo dimenticare che cambiare genera dei rischi; provare soluzioni nuove non da mai certezza di risultato (altrimenti non sarebbero prove). Ma se non cambio non miglioro. Se non oso, almeno un pò, non mi s-muovo. E se facendo questi tentativi sbaglio? Commetto degli errori?
La domanda secondo me è: quanti errori e di quale entità possiamo sopportare (io, la mia azienda....)? Qual è il nostro appetito per il rischio?
Io credo che se l'errore dipende dalla mia tensione al miglioramento, devo valutare quanti e quali errori posso "assorbire" senza pesanti contraccolpi e poi rischiare.
Se l'errore dipende da superficialità o distrazione invece....

E poi arriva tale Michael Jordan (condivido ) che dice di aver vinto tutto perchè ha sbagliato tanto: io ho sempre pensato che con quella frase volesse dire che nessun errore lo ha mai atterrato, niente lo ha mai fermato nella ricerca della perfezione. A mio parere non è un elogio dell'errore, ma della sua ferrea volontà!
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Dic 19, 2014 8:59 am    Oggetto: Rispondi citando

Bene, felice che l'argomento vi interessi. Unisco anche l'intervento di Sly, così abbiamo tutto insieme. Smile
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MessaggioInviato: Ven Dic 19, 2014 9:32 am    Oggetto: Rispondi citando

Oste ha scritto:

E poi arriva tale Michael Jordan (condivido ) che dice di aver vinto tutto perchè ha sbagliato tanto: io ho sempre pensato che con quella frase volesse dire che nessun errore lo ha mai atterrato, niente lo ha mai fermato nella ricerca della perfezione. A mio parere non è un elogio dell'errore, ma della sua ferrea volontà!


La vedo in modo diverso, nemmeno lui è stato perfetto e da "Dio" del suo sport ce lo confessa: "ho sbagliato tanto ma proprio a causa di questi errori ho vinto tutto, nei momenti decisivi c'ero" nel senso che per quanto bravo uno sia a fare il suo lavoro/sport statisticamente incorrerà sempre in una percentuale di errore, che è fisiologico.

Un po' come le NC in una ditta, ben vengano le grosse cifre a parità di percentuale sul fatturato, vuol dire che ho ricavato di più !
Per fare bene le cose bisogna avere anche il coraggio di sbagliare, credo non sia così importante farlo, quanto piuttosto non demoralizzarsi e partire con nuova forza.

Riguardo quanto sia lecito sbagliare mi viene in mente la storiella della nave che sta affondando ma nessuno fa nulla per paura di sbagliare: intendo dire che secondo me tanto più urgente ed importante sarà il problema da risolvere tanto più velocemente e coscientemente andrà presa una decisione (con ovvia possibilità di errore).
Poi si sa che se per caso dall'errore se ne escirà vivi ci saranno sempre i personaggi che, pur essendo poco fa stati vittima da "sindrome di statuismo" ritroveranno nuova linfa dal vedere e quasi "nutrirsi" di quello che è successo quasi a giustificare il proprio immobilismo, ma questa è un'altra storia.
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L'ultima modifica di #34 il Ven Dic 19, 2014 2:22 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Ven Dic 19, 2014 11:50 am    Oggetto: Rispondi citando

"Che cos'è l'evoluzione? Milioni di anni, variazione e selezione, variazione e selezione -- tentativi ed errori, tentativi ed errori. E non sono solo i sistemi biologici a produrre miracoli attraverso tentativi ed errori. Si potrebbe usare in un contesto industriale.

Mettiamo che vogliate produrre detergenti. Diciamo che siete la Unilever e volete produrre detergenti in una fabbrica vicino a Liverpool. Come li fate? Beh, avete questa enorme cisterna piena di liquido detergente. Lo pompate ad alta pressione attraverso un erogatore. Create un detergente spray. Poi lo spray si asciuga. Si trasforma in polvere. Cade sul pavimento. Lo tirate su. Lo mettete in scatole di cartone. Lo vendete al supermercato. E fate un sacco di soldi. Come progettate l'erogatore? Risulterà essere molto importante. Se lo attribuite al complesso di Dio, quello che farete è trovarvi un piccolo Dio. Vi troverete un matematico; vi troverete un fisico -- qualcuno che capisca la dinamica dei fluidi. E lui, o lei, calcolerà il design ottimale dell'erogatore. Unilever lo ha fatto e non ha funzionato -- troppo complicato. Anche questo problema, troppo complicato.

Ma il genetista, il Professor Steve Jones descrive come Unilever abbia risolto il problema -- tentativi ed errori, variazione e selezione. Prendete un erogatore e create 10 varianti casuali sull'erogatore. Le provate tutte e 10, tenete quella che funziona meglio. Create 10 varianti su quest'ultima. Le provate tutte e 10. Tenete quella che funziona meglio. Provate 10 varianti di quest'ultima. Vedete come funziona, bene. E dopo 45 generazioni, avete questo fantastico erogatore. Sembra quasi un pezzo degli scacchi -- funziona in maniera assolutamente perfetta. Non abbiamo nessuna idea del perché funzioni, assolutamente nessun'idea."


(se come me siete interessati a queste cose, questo pezzo è tratto da un discorso sul "complesso di Dio", e in generale sul credere che esista sempre una risposta esatta e semplice a un problema complesso, e che spesso siamo noi a conoscerla; l'autore è Tim Hartford, un signore che cerca di capire qualcosa sui sistemi complessi e l'economia)

ecco la trascrizione, ma vi consiglio di vedere il video, se avete tempo

http://www.ted.com/talks/tim_harford/transcript?language=it
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MessaggioInviato: Ven Dic 19, 2014 1:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Cadi sette volte,
rialzati 8.

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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Dic 19, 2014 3:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Slender Man ha scritto:
ecco la trascrizione, ma vi consiglio di vedere il video, se avete tempo


Molto interessante. Guarderò sicuramente il video. Grazie! Smile
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