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punto 4.2 ISO 9001:2015 stakeholder

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> La futura ISO 9001, l'attuale ISO 9001:2015 e le versioni precedenti
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Autore Messaggio
violet
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MessaggioInviato: Mer Dic 30, 2015 8:27 pm    Oggetto: punto 4.2 ISO 9001:2015 stakeholder Rispondi citando

Io mi affogo nelle cose semplici Rolling Eyes
leggo la nuova norma e penso una cosa, vado avanti, continuo i ragionamenti, e quando torno indietro a rileggere…ne penso un’altra!

mi potreste spiegare meglio il punto 4.2:
"L’organizzazione deve determinare i requisiti delle parti interessate che sono rilevanti per il sistema di gestione per la qualità"

mi sa che faccio confusione con i requisiti del cliente del punto 5.1.2 che intendo, non so se è corretto, come i requisiti che il servizio erogato al cliente deve avere (quelli cogenti, quelli “contrattuali”, le aspettative, etc).

grazie!
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L'ultima modifica di violet il Mar Gen 05, 2016 8:13 pm, modificato 1 volta
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Gio Dic 31, 2015 12:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi sa che stai facendo un po' di confusione, assieme a quelli che hanno tradotto male la norma.
Ma la scarsa traduzione è il meno.

Secondo me, quando parla delle parti interessate, tiene conto ANCHE dei requisiti del Cliente , ma la norma stessa (al punto a, del paragrafo 4.2 in questione) chiede di stabilire QUALI sono le parti interessate RELATIVE al QMS; al punto b), sempre del paragrafo 4.2 dice di determinare quali sono i requisiti di queste parti interessate che sono RELATIVI al QMS (e NON RILEVANTI PER)

Apro una parentesi sulla bruttissima traduzione maccheronica fatta dal solito pigro che doveva almeno aprire il vocabolario (e no l'ha fatto): "Relevant to" significa "relativo a" e solo in brutti ed arcaci casi si puo tradurre (solo nel caso ci sia vicino un FOR), cioè "relevant FOR" può significare "rilevante PER"
Adesso la smetto : è l'ultima volta che lo faccio notare!: ci siamo cascati tutti; è per questo che io ho comperato la norma in lingua originale: l'inglese.

Tornando al tuo caso i requisiti di queste "interested parties" possono essere anche quelli della popolazione che vive attorno alla tua fabbrica e che puo, ad esempio chiedere di non morire di cancro ai polmoni come quelli del quartiere Tamburi di Taranto, che vivono sotto vento delle ciminiere dell'ILVA, oppure in positivo (opportunità), come gli operai dell'ILVA di taranto che chiedono di avere conservato un posto di lavoro (anche se costa il morire di cancro dei loro famigliari), piuttosto che morire tutti di fame se l'ILVA chiude.

Altre interested aprties possono essere i fornitori che come requisito possono chiedere di avere ad esempio i disegni dei pezzi a loro ordinati da ACQ, in prima emissione da UT, con gli hold point (le nuvolette) che gli permettano all'inizio della fornitura di avere le informazioni per comperare le materie prime (risparmiando un sacco di tempo per l'acquisizione) ...i disegni contenenti tutte le informazioni costruttive possono arrivare dopo dal nostro UT (sempre formalmente però , per evitare fraintendimenti tipo..... "ma io credevo...!") quando costoro hanno finito il progetto.

Ti dico quest'ultima cosa perchè nel CD (Committee Draft) c'era nella norma, ma i "brontosauri" l'hanno cancellata forse perchè troppo rivoluzionaria.......perdendo la possibilità dii consegnare tutti prima [io questo lo facevo fare ai miei UT già negli anni '80: è per questo che riuscivamo a fornire una centrale elettrica completa dal nulla in 4 anni contro i 10 (dieci) che ci volevano ai brasiliani, ad esempio.

Avrai notato che questi requisiti sono relativi a diverse parti interessate, e quindi che non si tratta solo di requisiti del Cliente, che certamente è una parte interessata, ma lo è anche l'operaio che rischia di perdere il lavoro e quindi avrà (anche se non lo esprime chiaramente) il requisito del mantenimento del posto di lavoro. Lo è chiunque attorno all'azienda se l'azienda è un inquinatore seriale, ecc. ecc.

E' altresì evidente che i requisiti contrattuali concordati con il cliente fanno parte di questi requisiti e che il cliente è una delle parti interessate ...ma, come vedi, non è il solo...

ciao
Paolo

PS: La conclusione del 4.2 è bellissima; "L'Organizzazione (l'azienda) dovrà monitorare e riesaminare l'informazione circa queste parti che sono interessate ed i relativi requisti".
Significa cioè che bisogna dare informazione a quelli che hanno dei requisiti, sul che cosa fa l'azienda per soddisfarli e sul come soddisfarli: ....visto l'esempio di cui sopra viene da ridere forte e sarcasticamente...ma certamente aziende di questo tipo saranno certificate!! ...o no?
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violet
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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2016 11:10 am    Oggetto: Rispondi citando

hai ragione, il cliente non è l’unica parte interessata,
noi abbiamo definito:
il committente, il fornitore (di materiali), i lavoratori, i soci, i discenti e i docenti, i consulenti, i partner, i pazienti, i famigliari e i care giver, gli enti istituzionali e i cittadini.
(ci occupiamo di servizi sanitari, socio-assistenziali e corsi di formazione)

direi che la tua specifica sulla traduzione è illuminante, tra "fattori rilevanti per”
e “fattori relativi a” ce ne passa di acqua sotto i ponti!

il mio dubbio era sui requisiti: riferiti alle parti interessate o ai servizi che noi eroghiamo/potremmo erogare a loro?

prendendo il paziente come parte interessata, i requisiti importanti sono: efficacia delle cure, professionalità, empatia, presa in carico.
cioè i principali aspetti che devo soddisfare quando penso a lui come parte interessata. è corretto?
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2016 12:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi pare di si; mi sembra evidente che quando scrivi la I.O. devi sempre pensare ai requisiti per soddisfarli bene (e non dimenticarti di metterci qualche capitoletto relativo a qualche requisito, come l'empatia, ad esempio).

Io partirei comunque dalla mappatura dei processi di resa dei singoli servizi che erogate e per ogni servizio attuale scriverei chi è lo stakeholder a cui voi vi riferite; se poi manca qualche servizio per completare l'assistenza dovete inventarvelo scrivendo innanzitutto la Istruzione Operativa (docoumented information di input) che definisce bene come e chi fornisce questo servizio a chi. In questo modo passi dall' "as is" all'"ought to be" (passi dal come è oggi al come dovrebbe essere in futuro).
Nota che le registrazioni (vecchio termine per indicare i moduli da riempire) in uscita, cioè la documented information di output, viene fuori in automatico scrivendo bene la documented information di ingresso. Scusa se sono prolisso, ma spero di essere stato chiaro
ciao e buon anno!
Paolo
PS : mi fai ricordare una mia recente esperienza come stakeholder che ha ricevuto una impeccabile assistenza in ospedale (centro Gallucci di Padova, centro di eccellenza mondiale per gli ammalati di cuore)

Tutto bellissimo, .... trannne la mensa che per la degenza di una settimana mi ha somministrato un menù pericolosissimo per la salute degli operati come me (dare lo stracchino a chi ha problemi di grasso che occlude le coronarie è come dargli veleno, ma evidentemente nessuno ci ha pensato e la ditta esterna che procura gli oltre 15000 pasti al giorno (costo superiore a qualsiasi altro fornitore di circa un €) fornisce a tutti semolino o purè di patate e stracchino!...robe de matt! (lasciamo perdere il sistema di programmazione arcaica che usano che costringe ad ordinare i pasti il giorno prima...così i neo entrati magiano quello che ha ordinato un altro che è uscito il giorno prima!!

PS per un "disguido interno" a me hanno dato semolino e stracchino per 4 giorni, dato che mi avevano cambiato di letto....e quindi risultavo "nuovo entrato" per 2+2 giorni... gli effetti di una organizzazione per funzioni.....
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violet
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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2016 12:14 pm    Oggetto: Rispondi citando

no, non sei stato prolisso, sei sempre molto chiaro, grazie Paolo.
con il requisito “presa in carico” intendevo proprio questo: se mi occupo solo di curare il problema su cui, da sanitario, mi concentro, rischio di perdere di vista il prima, il dopo e il durante e quindi il risultato finale! L’alimentazione fa sicuramente parte degli aspetti che devo considerare per erogare un servizio soddisfacente, il tuo esempio non fa una piega.
buon anno anche a te!
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dario
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MessaggioInviato: Lun Gen 04, 2016 2:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

violet ha scritto:
hai ragione, il cliente non è l’unica parte interessata,
noi abbiamo definito:
il committente, il fornitore (di materiali), i lavoratori, i soci, i discenti e i docenti, i consulenti, i partner, i pazienti, i famigliari e i care giver, gli enti istituzionali e i cittadini.
(ci occupiamo di servizi sanitari, socio-assistenziali e corsi di formazione)

direi che la tua specifica sulla traduzione è illuminante, tra "fattori rilevanti per”
e “fattori relativi a” ce ne passa di acqua sotto i ponti!

il mio dubbio era sui requisiti: riferiti alle parti interessate o ai servizi che noi eroghiamo/potremmo erogare a loro?

prendendo il paziente come parte interessata, i requisiti importanti sono: efficacia delle cure, professionalità, empatia, presa in carico.
cioè i principali aspetti che devo soddisfare quando penso a lui come parte interessata. è corretto?


Violet, secondo me (sono in linea con Paolo su tutto) per essere conforme devi stabilire (lo hai fatto direi bene) chi sono i portatori di interesse -i vostri stakeholder - in relazione alla qualità. Se esageri non finisci più. Se tralasci qualche aspetto rischi di tralasciare qualcosa di importante. Io da un anno a questa parte sono passato dall'altra parte della barricata (in senso figurato) e certifico scuole, istituti di formazione , istituzioni che ospitano persone con andicap ficii, mentali e psichici, che devono rispettare requisiti normativi molto simili a quelli che dovete garantire voi, quindi. Dal punto di vista dell'auditor, quello che andiamo a cercare, è l'evidenza che ogni cogenza è rispettata e che per lo specifico, che voi possiate garantire coerenza con politiche e mission, oltre a dimostrare l'aderenza dell'applicazione dei processi a quanto descritto (nel vostro sistema documentale). Più facile a farsi che a dirsi, dove c'è commitment e partecipazione. Difficile invece dove ci troviamo di fronte alle organizzazioni "capocentriche" dove cioé tutto gira attorno a pochi "manager" egocentrici e saccenti... Allora ci sfoghiamo e li spacchettiamo in modo certosino per far nascere (quando possibile) consapevolezza nei ruoli.
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dario
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MessaggioInviato: Lun Gen 04, 2016 3:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

violet ha scritto:

prendendo il paziente come parte interessata, i requisiti importanti sono: efficacia delle cure, professionalità, empatia, presa in carico.
cioè i principali aspetti che devo soddisfare quando penso a lui come parte interessata. è corretto?


Difficile, in sistemi sanitari spesso malati loro stessi, dire quali sono i requisiti di efficacia delle cure... O no?

Come definisci la professionalità? Di chi? Troppa differnza tra le molte professionalità.

L'empatia in un reparto di neonatologia o in cure intense o cure d'urgenza, come le tratti?

La presa a carico = triage? Oppure Prime cure? Oppure presa a carico da parte del personale infermieristico? Sai, il personale infermmieristico è ultrastraimportante, ma ultrastrasottostimato...

Non sottvaluterei i processi amministrativi e di dimissione dei pazienti.

Pure il ruolo dei parenti, famigliari, compagni ecc è importante per la qualità (per la qualità percepita)...

OK?

Ci sono poi molti altri aspetti che indirettamente fanno la qualità... che spesso in audit mi dicono "ah, però..."
L'infrastruttura, i servizi logistici - pulizia - hôtellerie - mensa/dietiste (vedi l'esperienza di Paolo), le condizioni socioeconomiche dei pazienti stessi, la regione, le casistiche, la gravità, ...

Non è un tema banale...
Grazie per gli spunti di riflessione.
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violet
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MessaggioInviato: Lun Gen 04, 2016 3:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Dario,
è un piacere leggere il parere di qualcuno che lavora in questo ambito!
eheheh
dario ha scritto:
Allora ci sfoghiamo e li spacchettiamo in modo certosino per far nascere (quando possibile) consapevolezza nei ruoli.

mi hai scoperto!!
ammetto di fare un uso, probabilmente improprio, del sistema qualità.
O almeno, faccio rientrare nel sistema qualità, tutto il sistema, tutta l’organizzazione. In questa fase sto cercando di far capire che la qualità non è fumo, che stiamo parlando delle attività di tutti i giorni, che tutti ne sono coinvolti, in particolar modo la direzione e che il mio ruolo diventerà solo di monitoraggio, verifica e assemblaggio dei dati.

La mia idea era di considerare tutti gli stake holders come portatori di interesse per far alzare la testa che è concentrata solo sul cliente e vedere cosa c’è attorno all’organizzazione, capire che ci sono altri elementi da tenere in considerazione
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violet
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MessaggioInviato: Lun Gen 04, 2016 3:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

dario ha scritto:
violet ha scritto:

prendendo il paziente come parte interessata, i requisiti importanti sono: efficacia delle cure, professionalità, empatia, presa in carico.
cioè i principali aspetti che devo soddisfare quando penso a lui come parte interessata. è corretto?


Difficile, in sistemi sanitari spesso malati loro stessi, dire quali sono i requisiti di efficacia delle cure... O no?

Come definisci la professionalità? Di chi? Troppa differnza tra le molte professionalità.

L'empatia in un reparto di neonatologia o in cure intense o cure d'urgenza, come le tratti?

La presa a carico = triage? Oppure Prime cure? Oppure presa a carico da parte del personale infermieristico? Sai, il personale infermmieristico è ultrastraimportante, ma ultrastrasottostimato...

Non sottvaluterei i processi amministrativi e di dimissione dei pazienti.

Pure il ruolo dei parenti, famigliari, compagni ecc è importante per la qualità (per la qualità percepita)...

OK?

Ci sono poi molti altri aspetti che indirettamente fanno la qualità... che spesso in audit mi dicono "ah, però..."
L'infrastruttura, i servizi logistici - pulizia - hôtellerie - mensa/dietiste (vedi l'esperienza di Paolo), le condizioni socioeconomiche dei pazienti stessi, la regione, le casistiche, la gravità, ...

Non è un tema banale...
Grazie per gli spunti di riflessione.


ok, sei entrato nel vivo, perfetto!
ti dico come spiegherei ad un ispettore quanto documentato.

premessa: forniamo servizi per conto terzi, per cui eroghiamo servizi sanitari, assistenziali ed educativi in case di riposo e comunità, quindi il proprietario di una struttura ci chiama e dice “datemi gli infermieri”.
per lui il servizio si riassume in una copertura del turno, per noi è, ovviamente molto di più.
non abbiamo accesso direttamente alla gestione dei processi di supporto a quelli di cura, ma nel nostro erogare "di più” c’è anche il vedere il processo di gestione del paziente nella sua interezza e aiutare il cliente a far vedere alcune inefficienze, aiutandolo a risolvere, ottimizzare e migliorare il servizio che lui offre. con il tempo diventiamo una sorta di consulenti e andiamo a vendere altri servizi.

poi, ad un ispettore spiegherei che nell’identificare i requisiti relativi ai portatori di interesse vado ad identificare cosa potrebbe essere importante per loro, cosa è importante per me, ma non li determino/applico/monitoro e verifico nella stessa maniera in tutte le strutture in cui lavoro e per tutti i servizi che offro.
quella è una riflessione generica.

diversamente, scendo nello specifico, quando vado ad identificare per servizio (es. infermieristico) e per struttura (comunità xy) quali requisiti voglio soddisfare, quali obiettivi voglio raggiungere.
(sto appositamente tralasciando quelli cogenti, li dichiariamo e li verifichiamo).
Questa valutazione è diversa ogni volta perché dipende:
dal contesto in cui siamo, dai rischi che abbiamo nel servizio e le opportunità che potrebbero aprirsi, dagli aspetti economici (in servizi in cui il margine è bassissimo e non sono strategici non andiamo ad investire delle risorse per migliorare il servizio), etc
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dario
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MessaggioInviato: Mar Gen 05, 2016 12:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

violet ha scritto:
Ciao Dario,
è un piacere leggere il parere di qualcuno che lavora in questo ambito!
eheheh
dario ha scritto:
Allora ci sfoghiamo e li spacchettiamo in modo certosino per far nascere (quando possibile) consapevolezza nei ruoli.

mi hai scoperto!!
ammetto di fare un uso, probabilmente improprio, del sistema qualità.
O almeno, faccio rientrare nel sistema qualità, tutto il sistema, tutta l’organizzazione. In questa fase sto cercando di far capire che la qualità non è fumo, che stiamo parlando delle attività di tutti i giorni, che tutti ne sono coinvolti, in particolar modo la direzione e che il mio ruolo diventerà solo di monitoraggio, verifica e assemblaggio dei dati.

La mia idea era di considerare tutti gli stake holders come portatori di interesse per far alzare la testa che è concentrata solo sul cliente e vedere cosa c’è attorno all’organizzazione, capire che ci sono altri elementi da tenere in considerazione


Stakeholder è una sola parola in inglese... e se utilizzata in italiano non prende la s del plurale in inglese...
A parte questo secondo me sei sulla stessa frequenza mia... Se parliamo di qualità tutto entra nel sistema. Siete merce rara, se riuscite a farlo e a farlo diffondere nella cultura aziendale. Fantastico!

Sul tema cliente vedi post seguente :-)
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dario
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MessaggioInviato: Mar Gen 05, 2016 12:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

violet ha scritto:
dario ha scritto:
violet ha scritto:

prendendo il paziente come parte interessata, i requisiti importanti sono: efficacia delle cure, professionalità, empatia, presa in carico.
cioè i principali aspetti che devo soddisfare quando penso a lui come parte interessata. è corretto?


Difficile, in sistemi sanitari spesso malati loro stessi, dire quali sono i requisiti di efficacia delle cure... O no?

Come definisci la professionalità? Di chi? Troppa differnza tra le molte professionalità.

L'empatia in un reparto di neonatologia o in cure intense o cure d'urgenza, come le tratti?

La presa a carico = triage? Oppure Prime cure? Oppure presa a carico da parte del personale infermieristico? Sai, il personale infermmieristico è ultrastraimportante, ma ultrastrasottostimato...

Non sottvaluterei i processi amministrativi e di dimissione dei pazienti.

Pure il ruolo dei parenti, famigliari, compagni ecc è importante per la qualità (per la qualità percepita)...

OK?

Ci sono poi molti altri aspetti che indirettamente fanno la qualità... che spesso in audit mi dicono "ah, però..."
L'infrastruttura, i servizi logistici - pulizia - hôtellerie - mensa/dietiste (vedi l'esperienza di Paolo), le condizioni socioeconomiche dei pazienti stessi, la regione, le casistiche, la gravità, ...

Non è un tema banale...
Grazie per gli spunti di riflessione.


ok, sei entrato nel vivo, perfetto!
ti dico come spiegherei ad un ispettore quanto documentato.

premessa: forniamo servizi per conto terzi, per cui eroghiamo servizi sanitari, assistenziali ed educativi in case di riposo e comunità, quindi il proprietario di una struttura ci chiama e dice “datemi gli infermieri”.
per lui il servizio si riassume in una copertura del turno, per noi è, ovviamente molto di più.
non abbiamo accesso direttamente alla gestione dei processi di supporto a quelli di cura, ma nel nostro erogare "di più” c’è anche il vedere il processo di gestione del paziente nella sua interezza e aiutare il cliente a far vedere alcune inefficienze, aiutandolo a risolvere, ottimizzare e migliorare il servizio che lui offre. con il tempo diventiamo una sorta di consulenti e andiamo a vendere altri servizi.

poi, ad un ispettore spiegherei che nell’identificare i requisiti relativi ai portatori di interesse vado ad identificare cosa potrebbe essere importante per loro, cosa è importante per me, ma non li determino/applico/monitoro e verifico nella stessa maniera in tutte le strutture in cui lavoro e per tutti i servizi che offro.
quella è una riflessione generica.

diversamente, scendo nello specifico, quando vado ad identificare per servizio (es. infermieristico) e per struttura (comunità xy) quali requisiti voglio soddisfare, quali obiettivi voglio raggiungere.
(sto appositamente tralasciando quelli cogenti, li dichiariamo e li verifichiamo).
Questa valutazione è diversa ogni volta perché dipende:
dal contesto in cui siamo, dai rischi che abbiamo nel servizio e le opportunità che potrebbero aprirsi, dagli aspetti economici (in servizi in cui il margine è bassissimo e non sono strategici non andiamo ad investire delle risorse per migliorare il servizio), etc



L'entrata: " il proprietario di una struttura ci chiama e dice “datemi gli infermieri”.
per lui il servizio si riassume in una copertura del turno
" mi storpia un po' la qualità, perché percepisco un rapporto contrattuale più da business che da "parthership", come sarebbe bello fosse in settori come quello in cui operiamo noi... Il business storpia, quasi sempre, nella peversione della ricerca della massimizzazione del profitto, quanto di buono c'è.
Ma è solo una percezione.
All'auditor devi solo fornire le evidenze. Non deve chiederti di più.

I margini bassisimi per me significano che il concetto di massimizzazione del profitto non è centrale, anzi. Stabilire i requisiti assieme al cliente porta a creare un rapporto di fiducia e dipendenza reciproca basata sulla stima e sulla correttezza, credo. Lo porta a capire che vi staa cuore lavorare assieme. Lo fidelizza. Win-win se vogliamo vederla diversamente.
Sullo "strategici" lasciami dei dubbi... Affermo che il servizio infermieristico è strategico. Chi relaziona con il protagonista (il paziente)? Mica l'amministrativo, mica il dottore, ma l'infermiere! Se devo investire nelle HR, investo nella selezione di bravi/e infermieri/e.

Ancora graze per lo scambio interessantissimo, Violet!
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violet
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MessaggioInviato: Mar Gen 05, 2016 5:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

diciamo che io considero l’ispettore una sorta di consulente,
per cui, prima gli fornisco le evidenze così mi fa pelo e contropelo Very Happy
poi, gli dò anche tutti gli strumenti per capire la mia organizzazione così l’esito della visita non è solo un pezzo di carta ma ne esce una chiacchierata produttiva in cui, dato l’occhio esperto ed esterno, posso vedere meglio dove la mia azienda zoppica.

per descriverti lo scambio con il cliente ho banalizzato un po’.
se fosse solo questo, cioè dare in outsourcing un servizio, il cliente si rivolgerebbe a chi gli fa il prezzo migliore e non siamo di certo noi.
se si rivolge a noi è perché sa o pensa che possiamo risolvergli un problema.
il mio estremizzare è dato dal fatto che il cliente non sa di preciso cosa facciamo e come deve essere fatto, può percepirne l’importanza, può intuirne la qualità ma siamo noi a dovergli aprire un mondo sul servizio che riceve.
del resto, se lui non fosse inesperto e noi non sapessimo fare il nostro lavoro, non potremmo trovare un accordo!
l’esperienza ha dimostrato che, nella quasi totalità dei servizi, dopo poco tempo si crea una tale collaborazione con il cliente che inevitabilmente aumentano le richieste e i progetti attivati insieme.

Esatto, massimizzare il profitto non è l’unico requisito.
com’è che dice la nuova norma? valutare rischi ed opportunità?
bene, a volte attiviamo un nuovo servizio anche con il rischio che sia in leggera perdita se pensiamo che possa avere un’importanza strategica.

facevo un discorso sui margini perché se non ho risorse economiche da destinare a quel servizio non implementerò tutta una serie di attività (es. sopralluoghi frequenti del responsabile, implementazione di procedure e best practies, etc etc)

per strategico intendevo il servizio, cioè proprio il prodotto che vendo al cliente.
ma, come dici tu, anche la risorsa che utilizzo per erogare il servizio è strategica, per questo infatti abbiamo identificato la gestione delle risorse umane tra i processi operativi e non tra quelli di supporto.
in più abbiamo definito nelle schede ruolo non solo le competenze ed abilità professionali specifiche (in comunità non serve saper medicare le lesioni da decubito ma in casa di riposo sì) ma anche quelle trasversali (soft skill) specifiche (in comunità è più importante l’autorevolezza e in casa di riposo l’empatia).
giusto o sbagliate che siano, fa parte del nostro bagaglio culturale e, anche se non richiesto, nel sistema qualità ci mettiamo completamente a nudo Rolling Eyes

grazie a te per la chiacchierata, in questi giorni di autismo pre visita ispettiva, confrontarmi con qualcuno è un vero piacere!

P.S. pensavo che stakeholder si scrivesse staccato e con il trattino.
la “s” invece è una pessima abitudine che ogni tanto mi sfugge Wink
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