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Risk & Insurance management informatico

 
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Autore Messaggio
ldf
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Registrato: 18/07/14 16:26
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MessaggioInviato: Sab Lug 19, 2014 10:12 am    Oggetto: Risk & Insurance management informatico Rispondi citando

Buongiorno a tutti.
Sono un novellino (anagrafe a parte). Premessa necessaria per interpretare e giustificare quanto appresso.

Poiché il contesto cui si riferisce questo post è molto articolato, mi limiterò ad esporre solo gli elementi di base, lasciando all'eventuale interesse o necessità chiarimenti o approfondimenti.
A) La mia azienda si occupa di brokeraggio assicurativo ed è in una fase di "violenta" evoluzione, crescita e cambiamento (è solo l'inizio). Tutto ciò stresserà le attività ordinarie, le persone, imponendo cambiamento e sistemi capaci di incrementare molto efficacia ed efficienza (capisco che nel mondo della qualità è una specie di bestemmia, ma a volte occorre "incastrarsi").
B) Il brokeraggio assicurativo (nel nostro caso rivolto alle aziende) si compone di:
B1) attività di tipo consulenziale (risk management, elaborazione di piani assicurativi, ecc.);
B2) attività di intermediazione nell'interesse dell'azienda cliente e a confronto con il mercato assicurativo internazionale;
B3) attività di gestione: diversi e molteplici flussi documentali, amministrativi (anche con riferimento alla posizione intermediaria) e di servizio (ad esempio per i sinistri) (abbiamo appena costruito una mappa BPM descrittiva dei flussi di questa area, in modo da standardizzare i comportamenti. Successivamente essa verrà applicata a nuovi sistemi I.T. su cui stiamo lavorando a fini di automazione. La mappa non è ancora operativa e veicolata a tutto il personale).
C) Siamo in fase di M&A. (Una operazione appena conclusa, a noi la maggioranza di una consorella con caratteristiche particolari su Milano. Per almeno un paio di anni non ci sarà fusione, poi si vedrà).
D) La nostra azienda vede 16 operatori totali. La società acquisita 7.

Vengo al dunque. Abbiamo iniziato una trattativa per una seconda operazione di M&A. Come la prima, non ho voluto fondarla prima di tutto sulla negoziazione finanziaria (accertato l'interesse), ma su una visione e un progetto condivisi. Nel primo caso però è stato un percorso più incentrato sulle parole, sugli annusamenti, sulle informazioni e sulla stima. Ora invece sto tentando di costruire un vero progetto commerciale fondato su logiche e ispirazioni (non mi azzardo a chiamarli modelli) riferibili alla qualità. Potremo così sperimentarci reciprocamente ed evolvere insieme verso metodi e sistemi capaci di far decollare non solo l'operazione di M&A, ma anche di "con-vincere" tutti al cambiamento, avendo preparato almeno un po' delle premesse e delle esperienze preliminari necessarie.
In sintesi gli elementi del progetto (potrei mettere a disposizione alcune slide e un piccolo BPM, se lo ritenete opportuno).
Vogliamo commercializzare un servizio di risk management informatico, che si occupa di tutti rischi del comparto, dal cyber crime, ai danni da fermo aziendale conseguenti a un qualunque fatto di questa natura, ai danni materiali ai sistemi, agli aspetti contrattuali con fornitori e clienti, all'impresa di pulizie che (è un classico) estrae gli HD a caldo per spolverare nella sala server, ecc., ecc. In questo caso però, prevenzione e protezione non bastano ad eliminare il rischio, ma ne migliorano molto le caratteristiche. Ne deriva che l'assicurazione (la meno diffusa in assoluto sul mercato, ce l'hanno di fatto solo le banche) diventa meno costosa e più appetibile sia per i fornitori (le compagnie di assicurazione) sia per l'azienda.
I partner sono:
- noi, in chiave di management e marketing (con qualche velleità, non abbiamo una formazione manageriale),
- il nostro broker partner che è molto qualificato sul lato tecnico assicurativo e ha già studiato e fatto qualche esperienza in questo campo specifico,
- Davide, il nostro sistemista, bravo, extrafidato, al quale affidare la relazione e la selezione di outourcer esterni lato I.T.
L'approccio non è, dunque, "ti voglio vendere la polizza", che non funziona, ma è: "mi occupo di un problema che non riesci a risolvere", nel senso che le aziende, anche medio-grandi, non hanno generalmente un servizio interno dedicato alla gestione del rischio informatico.
Concludo.
Il progetto ora vogliamo descriverlo, documentarlo, motivarlo, costruirlo in modo da integrarci e coordinarci bene, avere linee guida che ci conducano a una esperienza davvero costruttiva e capaci di introdurci al metodo della qualità, interagendo con i diversi fattori organizzativi e di integrazione tra i diversi attori. Di fondamentale importanza, inoltre, che si possano così naturalmente introdurre metodi e strumenti, tipo lean, Balanced scorecard, ecc.

Mi scuso per la madornale prolissità e imprecisione javascript:emoticon('non parlo1')
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Luigi Di Francesco
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Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Sab Lug 19, 2014 10:37 am    Oggetto: Rispondi citando

il primo commento tecnico approfondito articolato e dettagliato è che la combinazione del tuo entusiasmo e della tua prosa è dissetante.

scrivi in un modo che mi piace, molto.
e scrivi cose che mi piacciono.

purtroppo, non ho tempo per realmente approfondire articolare e dettagliare, ma questo te lo volevo dire.
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Dom Lug 20, 2014 9:44 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Slender e ciao Luigi; è indubbio che Luigi abbia un mestiere in mano: vendere.
L'idea è molto buona. cercare quelle aziende (magari piccole, perchè le grosse si sono già ben attrezzate) che sono scoperte dal punto di vista dei rischi di impresa moderni: la disfatta dell'IT che può dare loro la botta finale sul collo.

Questi imprenditori si trovano a combattere la guerra quotidiana perchè il mercato li sta buttando fuori (prezzi troppo alti), loro hanno tentato la riorganizzazione che da sola potrebbe garantire loro risparmi di costo attorno al 20-30%.

Allora hanno pensato di introdurre quelle "diavolerie inventate dal computer"...senza mettere in discussione la bontà della loro organizzazione "ca....l'ho fatta io!, figurarsi se accetto qualche consulente cretino che mi stravolge anni di sudore".

Ed è qui che entra in gioco Luigi: lui semplicemente dice loro "ragazzi l'IT è una bella cosa, siete stati bravi buoni e belli ad adottarla, ma ci sono dei ma.
Ci sono i rischi (temutissimi come quello che se entra la nel tuo computer la concorrenza e ti frega tutti i tuoi dati di costo del prodotto ....sei fregato); perciò eccoti una belle polizza ...costa poco e ti ripaga dai danni!"

L'idea è buona, anzi è normale: per questo ci vuole un bel corso si formazione agli imprenditori AD... per spaventarli quanto basta (e se poi si spaventano a pagamento, tanto meglio).

Il possibile partner di Milano, spero non sia quello di un grande gruppo che ha appena finito di fare corsi (la sua esperienza c'è) per vendere polizze con la Catena di S.Antonio. Questi poveri corsisti, istruti dal corso salatissimo, avevano finito i loro clienti costituiti innazitutto dalla mamma, fratelli, cugini e amici, distruggendo un mondo di rapporti sociali.

[il business di questa nota organizzazione non era la catena di S. Antonio ma vendere i corsi, perchè sapevano benissimo che le quattro polizze che riuscivano a piazzare i disperati che facevano questi corsi svenandosi, non sarebbe durate a lungo]

Luigi invece vuole fare la cose in grande: rivolgersi agli imprenditori, con parole e termini della qualità e con un SW che permetta di calcolare i rischi dovuti agli hacker (sbaglio?) ... ma sempre vendere polizze, con annesso corso per spaventare i corsisti.... qui i soldi (pochi) ci sono ancora!

... spero solo che nel vendere il SW non si dica che è l'unica via per risorgere, semplicemente perchè NON è vero!

Scusa Luigi se la metto giù dura, ma ho visto già molti casi del genere, anche in momenti distanti dalla crisi; non mi dimenticherò mai di quell'imprenditore che venne a farsi spiegare come lo avevano fottuto ed era venuto con la figlia... che in separata sede, piangendo, mi confidò che il consulente/venditore aveva fottuto lei anche biblicamente, ed il padre ovviamente era all'oscuro i tutto!!

Questo per dirti che sotto il sole accadono tante cose che certamente non sono oggetto di questo caso, anzi credo che l'attrezzo che stai proponendo (non ho capito bene se questo SW viene acquistato dal cliente o se è utilizzato da voi per fare un'analisi dei rischi da proporre al Cliente per la vendita della polizza, o meglio del "servizio" integrato che volete proporre voi brokers) sia molto utile ...anche se non basta a mettere al sicuro il cliente, .....soprattutto dalla sua dabbenaggine.

Un mare di auguri, per voi che con tanto entusiasmo vi proponete in questa nicchia di mercato certamente nuova e inesplorata e, spero per voi, promettente
Ciao
Paolo Ruffatti
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dario
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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 10:08 am    Oggetto: Rispondi citando

Interessante l'idea di progetto, ma davvero difficile.
Tre anni fa un brooker che ci seguiva da 10 anni ci propose di collaborare nello sviluppo di un software per stimare (chi pensa di calcolare con un software low-cost) i rischi di muna ipotetica organizzazione.
Dall'esperienza che abbiamo e dai test eseguiti abbiamo preferito suggerire di non sviluppare un software che calcola i rischi, ma di una soluzione a supporto dei consulenti assicurativi.
Le realtà sono talmente variegate e differenti che un software ti da solo una sensazione distorta...
Il brooker continua aggi ad avere successo anche perché ha seguito il suggerimento (parole sue, ha capito bene fino in fondo che per operare seriamente in qualità, il cliente va seguito di persona).
Troppo diretto? Mi scuso.
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Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 10:31 am    Oggetto: Rispondi citando

Non trovate che ci sia qualcosa di gustosamente ironico nel vedere un professionista che arriva su un forum di professionisti e si vede servita la diffidenza che nasce dalla sua appartenenza a una categoria che ha fatto danni, ad opera di appartenenti ad un’altra, quella dei consulenti per la qualità, famosa per aver succhiato e succhiare milioni di euro a sprovveduti titolari di PMI, senza alcun valore aggiunto?
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ldf
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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 11:37 am    Oggetto: Rispondi citando

Una splendida notizia per tutti!
Avevo scritto una "dettagliata e articolata" serie di delucidazioni in risposta alle riflessioni di Paolo... Invia, e... perso tutto Twisted Evil

Non ce la faccio adesso a rimettere giù tutto.
Ma è mio interesse farlo. Mi riprometto perciò di offrire dettagli e documenti se la discussione prosegue, come spero, così da poter "strappare" qualche suggerimento utile.

Ma a Paolo, che ringrazio molto, devo qualche chiarimento.
Citazione:
Luigi invece vuole fare la cose in grande: rivolgersi agli imprenditori, con parole e termini della qualità e con un SW che permetta di calcolare i rischi dovuti agli hacker (sbaglio?) ... ma sempre vendere polizze

Beh, sì, devo ammetterlo, voglio fare le cose in grande.
Nessun SW, ma consulenza e servizi informatici con assicurazione integrata.
I principali elementi che mi portano in questa direzione:

  1. Marginalità del risk management (pure risk) nelle imprese italiane.
  2. Penetrazione dell'assicurazione Cyber Risk (in Italia), circa 0%.
  3. Struttura del Cyber Risk: insopprimibile.
  4. Configurazione della gestione del rischio in azienda: anche in aziende medio-grandi, di solito uomo IT si occupa ANCHE della sicurezza.
  5. Il rischi è in prima pagina.
    Unica cosa da aggiungere: invece che semplicemente "provarci", vorrei cercare di impostare un vero progetto, una visione organizzata, qualitativa a monte. E vorrei che questo possa essere il codice, la Pietra di Rosetta con i partner qualitativi di cui ho fatto cenno nel post precedente.


Citazione:

Il possibile partner di Milano, spero non sia quello di un grande gruppo che ha appena finito di fare corsi (la sua esperienza c'è) per vendere polizze con la Catena di S.Antonio

Nulla di tutto questo. Si tratta di una società di brokeraggio assicurativo che piazza rischi "high-end" su Londra, prevalentemente sul mercato Lloyd's.

Dunque, se è stata lunga questa, immaginate l'altra; ecco perché ho detto splendida notizia?

Per Slender. Sentirsi dire "dissetante", mentre "muori di sete", porta con sé un bellezza interiore che non sto a illustrare: Grazie di cuore!!!

MA...
a questo punto sono arrivati i post ulteriori di Dario e Slender, ai quali darò il mio seguito in un altro momento.
Splendida giornata a tutti :-)
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 11:59 am    Oggetto: Rispondi citando

ldf ha scritto:
Una splendida notizia per tutti!
Avevo scritto una "dettagliata e articolata" serie di delucidazioni in risposta alle riflessioni di Paolo... Invia, e... perso tutto Twisted Evil


Noooooooo... Sad
Può essere che, nel frattempo, ti fosse scaduta la sessione del collegamento? Mi pare duri una mezz'oretta ma potrei sbagliare.

Quando scrivo testi lunghi, per non sbagliare, prima di schiacciare "invio" faccio un "copia" in modo da poter "incollare" il testo se dovesse sparire. Non c'è niente di più antipatico del dover riscrivere qualcosa che, magari, avevi già espresso col massimo impegno. dubita11

Confido nella tua pazienza e aspetto il seguito che sto leggendo con grande interesse.
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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 2:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

Aggiungo un piccolo consiglio ulteriore al suggerimento di Stefania..... che ti invio per esperienza avendo perso anche io un testo lunghissimo (avrai notato anche tu che io sono logorroico).

Se tu ti dovessi dimenticare di fare il copia e incolla e schiacci invio, non hai perso nulla: basta che tu vada a schiacciare la freccia in altro a sinistra nel campo dell'indirizzo url di Google, così torni indietro di una mossa e puoi fare il copia e poi rientrare nel sito e fare il tuo bravo incolla
Ciao
Paolo
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ldf
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MessaggioInviato: Lun Lug 21, 2014 6:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Che traffico ragazzi! Wow!

Grazie Stefania, grazie Paolo per i consigli. Non è colpa di nessuno. Stavo lavorando con la chiavetta e credevo di aver salvato in automatico in Evernote. Invece avevo perso il collegamento e non avevo salvato (Imbranated Man's Champion).

Dario, in realtà, come accennato precedentemente, il SW non c'entra col mio progetto. Esiste qualcosa del genere; lo usano i risk manager e puoi trovarne traccia sul sito ANRA, ma non è il mio campo.
L'elemento relazionale, comunque, è essenziale, come giustamente tu affermi. Il fatto è che, però, per molti il mestiere è lì, o poco più.

Ci sarebbe molto da dire... se volete apriamo una pagina brokeraggio (orrore!, sto scherzando ovviamente!).

Stimolantissima l'amara considerazione di Slender Man nell'ultimo suo post, analoga per certi versi ad alcuni precedenti richiami di Paolo. Tanto più amara se riferita all'etica della Qualità, che doveva essere un forza capace di far emergere il meglio, e invece...
Io penso che se in Italia le cose vanno così, è per colpa (mediamente) degli italiani, cioè, (mediamente) mia.
Nutro due speranze.
La prima sono (mediamente) "i giovani". Ci sono fratture nella continuità delle eredità ataviche che pesano sulle spalle di questo misterioso non-amalgama che siamo. A questo si aggiungono, grazie alla Provvidenza Celeste, il digital divide, l'età media di chi detiene il potere, l'esperienza internazionale delle generazioni più fresche. Fra poco, semplicemente, toccherà a loro, e i loro figli, forse, saranno un po' meno all'italiana, ammesso che abbia ancora un senso la nazionalità.
La seconda speranza è che ci sono le condizioni per cercarsi e trovarsi tra quelli che (mediamente), forse, pensano un più "elevato".
Esempio: un elemento della vision che ora coltivo, è che i nostri clienti, un giorno, possiedano un corretto approccio alla gestione del rischio. Spero inoltre che il linguaggio dei nostri clienti sia lo stesso linguaggio nostro e degli altri stakeholder. Perché questo possa accadere (ai miei clienti) ho bisogni di altri. Da solo non vado da nessuna parte.
Considero straordinariamente positivo che la crisi abbia aperto il cuore e la mente di molti: quando dico queste cose, adesso non mi prendono più per matto.

Scusate le divagazioni.

Il mio problema, ora, è andare oltre quattro slide, e imparare a fare progetti di Q-qualità.

Buona serata.
Luigi
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Lug 22, 2014 8:45 am    Oggetto: Rispondi citando

ldf ha scritto:
Stavo lavorando con la chiavetta e credevo di aver salvato in automatico in Evernote.


Sei troppo avanti, Luigi! annuisce1
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MessaggioInviato: Mar Lug 22, 2014 4:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

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