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Le 10 qualità del manager ideale
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Autore Messaggio
Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Mar Giu 24, 2014 11:33 am    Oggetto: Rispondi citando

Non so se sono io che leggo male ma qui mi pare che stia passando strisciante il concetto "leader = bbbuono, manager = nobbuono".
I leader sono una cosa fighissima, i manager una cosa grigia, alla cuperlo.

Le cose che restano hanno bisogno di manager.
Di buoni manager, chiaro.

Che sono una cosa diversa dai leader, guardano altri orizzonti, attivano altri circuiti, hanno obiettivi diversi, cantano altre musiche.

Tempo fa ne parlavamo, sempre a proposito di film (son ripetitivo).
Confermo che ce n'e' uno che spiega benissimamente la differenza tra leader e manager, mettendone fianco a fianco due entrambi eccezionali. Chiaro, il leader si prende il ruolo del protagonista e la bionda.
Ma dietro c'e' l'altro, e il leader stesso lo riconosce senza problemi.

Chi si ricorda? pensa1
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Guerra
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MessaggioInviato: Mar Giu 24, 2014 11:39 am    Oggetto: Rispondi citando

Stai parlando di batman e due facce?
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Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Mar Giu 24, 2014 11:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:
Stai parlando di batman e due facce?


no pero' è un bell'esempio.

quello è un film tutto sulla leadership, quella vera e quella falsa.

il manager è Gary Oldman Very Happy
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Giu 24, 2014 1:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Slender Man ha scritto:
Chiaro, il leader si prende il ruolo del protagonista e la bionda.


Non mi viene in mente niente con contorno di bionda. A quale film ti riferisci?

Comunque sono d'accordo con il tuo discorso: manager non significa "negativo" così come leader non significa "positivo". Esclusi i film, tra l'altro, trovatemi un solo leader che non abbia dovuto sacrificare talmente tanto e fare dietro di sé talmente tanta terra bruciata da non essere esattamente la prima scelta persino per una non bionda. Wink

I leader sono fantastici se c'è qualcuno da guidare o che ha bisogno di farsi guidare ma, se tutti vogliono essere leader (nella maggioranza dei casi senza averne la stoffa) e nessuno "si accontenta" semplicemente di far funzionare le cose, ecco che ne viene fuori il ritratto di persone strane assai, tizi che costruiscono ma non consolidano e che saranno per sempre condannati a cercare nuovi leader che - inevitabilmente - avranno certe caratteristiche positive ma anche tante altre negative perché non si può separare il leader dall'uomo o dalla donna che c'è dietro.

Boh...sarò una dei pochi a non subire il fascino di queste figure mitologiche...
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Slender Man
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MessaggioInviato: Mer Giu 25, 2014 12:56 am    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
se tutti vogliono essere leader (nella maggioranza dei casi senza averne la stoffa) e nessuno "si accontenta" semplicemente di far funzionare le cose, ecco che ne viene fuori il ritratto di persone strane assai, tizi che costruiscono ma non consolidano...


clap clap clap

Citazione:
Non mi viene in mente niente con contorno di bionda.


eccoli qui: il leader con la bionda



e qui il manager, mio personaggio preferito


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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mer Giu 25, 2014 8:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Ah, "Il patriota". Non l'ho visto ma, se c'è una bella contrapposizione tra leadership e management, mi incuriosisce. Stasera dovrei riuscire a ritagliarmi del tempo per vederlo. annuisce1
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Giu 27, 2014 11:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Ho visto "Il patriota". Praticamente "Braveheart" in salsa yankee: stesse motivazioni che portano il protagonista a (ri)diventare leader, stesse dinamiche nelle battaglie, oggetti simili che diventano un feticcio per ricordare al leader il suo ruolo, gli inglesi che...beh sono inglesi fino in fondo da una parte e dall'altra, il cattivo di turno che serve a dare più risalto al buono (e funziona...oh se funziona!), la bionda e Sophie Marceau.

Filmetto carino, magari un po' "di pancia" ma si fa guardare.

E arriviamo al leader e al manager.
Sul tema della leadership nel film c'è moltissimo, forse fin troppo perché i più potrebbero pensare che una guerra si vinca brandendo una bandiera e offrendo il petto ad eventuali ferite.

Il manager si vede poco perché lavora dietro le quinte ed è bravo, davvero bravo. E' anche in pace con se stesso (ricordate il prezzo che deve pagare un leader?) e per questo è persino un po' invidiato da quella parte di Mel Gibson che vorrebbe una vita tutto sommato normale ma che non può trovare un equilibrio (l'immagine della sedia a dondolo che continua a rompersi la dice lunga su quanto sia ancora lontano dalla pace interiore di una tranquilla vita domestica).

Forse un film dove i due ruoli di manager e leader sono trattati in maniera opposta, lasciando più spazio al manager che al leader è "Le idi di marzo" la cui visione consiglio anche a chiunque voglia farsi un'idea precisa su come siano impostate le campagne elettorali.

Il leader qui ha la faccia di George Clooney, un uomo che sembra essere nato per guidare gli altri (una delle battute di Marisa Tomei nel film è "Sa essere carino, sanno esserlo tutti ma ti deluderà un giorno").

Cloney ha tutte le caratteristiche del politico perfetto ma segna i suoi gol grazie a due manager eccezionali: il primo è il disincantato Philip Seymour Hoffman, il secondo è il giovane Ryan Gosling che crede ciecamente che il suo candidato "possa cambiare la vita anche di coloro che non lo voteranno". Prestate attenzione a Gosling perché subirà una metamorfosi nella seconda parte del film (e qui si aprirebbe una discussione interessantissima su certe caratteristiche che i manager dovrebbero avere ma non voglio fare spoiler).

In una delle prime scene, il confronto tra Cloney e Ryan Gosling per decidere il tema di un discorso che il leader dovrà tenere da lì a poco, si vedono permettamente delineati i due ruoli di chi guida e di chi gestisce. La frase con la quale Gosling convince Cloney è emblematica di cosa significhi "ragionare con i dati" e di quanto il lavoro di un manager sia profondamente diverso da quello di un leader (Slender Man l'ha spiegato alla perfezione qui).

E poi entra in campo il terzo manager: Paul Giamatti.
I tre fanno un lavoro di abili tessitori, costruiscono il fondale giusto davanti al quale far muovere i loro leader. Il loro è un lavoro fatto di studio, pazienza, tenacia, applicazione. Sono loro che parlano con i giornalisti e pilotano le notizie e sono sempre loro che cercano di prevedere la mossa dell'avversario in una battaglia serratissima che vi appassionerà fino all'ultima scena.

Il politico (il leader) è bravo a vendere ciò che i suoi esperti della comunicazione hanno pensato per lui. In questo è imbattibile ma dove arriverebbe senza un copione preparato dai suoi angeli custodi capaci di "trasformare le paure delle persone in amore"?

Il film merita, davvero. Lo affiancherei a "Braveheart" e al "Patriota" per avere più chiari i due ruoli e abituarsi a distinguerli bene.
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