Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[QualitiAmo - Stefania]

Perché sul lavoro si dovrebbe tornare al "lei": l'articolo è de: "la Stampa".
Cosa ne pensate?
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO



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[Paoloruffatti]

Mi pare che questo Ghini sia rimasto alla fiat dove , a sentire chi ci lavora e/o ci lavorava vale la guerra con coltello fra i denti e quindi hanno bisogno certo di una barriera (come il lei) dietro la quale possono affermare il loro ruolo, per far sentire la loro autorità, non avendo in molti casi il dono dell'autorevolezza.

Ricordo che quando ero project manager c'era la corsa di colleghi che volevano entrare nel mio gruppo .... forse perchè avevo le barzellette più buone .... sta di fatto che quando era ora di barzellette tutti erano prontissimi, ma quando c'era da tornare al lavoro sapevano tutti cambiare"habit" in un secondo e diventare professionisti che erano responsabili (pienamente) del loro lavoro.

Del "lei" noi tutti lo davamo solo ai mega superiori e... a qualche str... di altri gruppi, che quando voltava l'angolo si beccava apprezzamenti non troppo lusinghieri! .... e, guarda caso, i loro risultati erano spesso miseri!

ecco...

[QualitiAmo - Stefania]

Ah Paolo, come sono d'accordo!
Ripeto: smettila di parcheggiare l'astronave accanto alla mia!
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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[Quality]

Il punto non è il "lei" o il "tu" ma è il livello di rigidezza che sta dietro al lei, così come il livello di confidenza dietro al "tu".

In Veneto, ad esempio, noto che si usa molto il tu in azienda ma non si percepisce necessariamente un livello "stretto" di confidenza ed "amicizia".

In Piemonte invece noto che il lei è una forma diffusa ma non sempre tale da trasmette rigidezza mentre al contrario, quando si passa al "tu", si dà un certo grado di confidenza in più.

L'assurdo è quando ci si trova a fare conference con stranieri, in Inglese e quindi ci si chiama tutti per nome dadosi dello "you", per poi ripassare al lei+cognome se si parla in Italiano.

Ma sì...

A me che sono antico dentro, ad esempio, non dispiace quando una persona "grande" (nel senso anagrafico e di esperienza) dà del tu al giovane che, per rispetto, mantiene però il lei.

Ciacciao
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Se lo puoi sognare, lo puoi fare.

[KK]

Nonostante il mio capo mi abbia detto apertamente il primo giorno di lavoro che potevo dargli del tu, e nonostante i miei colleghi gli diano del tu, io continuo ostinatamente a non riuscire a fare a meno del lei.... una forma di rispetto che fatico a superare.
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Konsulente Kualità

[Quality]

[QualitiAmo - Stefania]

[bagaroz]

Credo che spesso sia un mero formalismo.
Io al mio superiore più anziano do del lei, però durante le discussioni anche animate capita di passare al tu, soprattutto se i toni iniziano a scaldarsi un po'.
Dopo l'ultima trasferta poi passando 10 giorni a stretto contatto parlando anche molto non di lavoro i rapporti sono più confidenziali e parlando di tali argomenti si passa in automatico al tu.
In officina spesso poi si passa direttamente al dialetto

A mio avviso è importante il rispetto. Se il lei è una forma per manifestare tale rispetto (a me non sembra lo sia necessariamente) ben venga. Meglio dare del tu in maniera rispettosa rispetto al lei in modo non rispettoso in pratica

[QualitiAmo - Alberto]

[Paoloruffatti]

Avete toccato il problema del tu-lei tra vecchi e giovani.
A volte mi trovo persone come Stefano che hanno un po' di ritegno a dare del tu al capo vecchio, anche se è il vecchio che glielo ha proposto.

Ti dirò, Stefano che è successo anche a me quando a 29 anni mi avevano assegnato il reparto nucleare dell'Ansaldo (600 addetti) e i miei pari livello erano ben più vecchi.
Allora feci l'errore di dire loro che non ero capace di dar loro del "tu", come tu dici, Stefano.

Ma poi diventato vecchio ho capito che ai giovani si può dire "dammi pure del tu", solo avendo capito che il giovane accetterà (come si fa a capirlo non saprei dirtelo: mi viene e basta!).

Le occasioni per passare al "tu" possono esswere, appunto, quando si deve lavorare a stretto contatto quotidiano e l'uso del tu è più pratico e quando dai delle responsabilità al tuo collaboratore tali da farlo sentire veramente responsabile; è anzi uno sprone psicologico forte se il capo non solo si fida di te ma anche ti tira su al suo livello e ti parifica a sè!.

E' ovvio che non puoi farti dare del tu dal manovale, non per razzismo, si intende, ma perchè altrimenti il "todos caballeros" può essere frainteso e mal usato per arrivare all'anarchia (ricordate i concetti di autorità e autorevolezza, che devono essere sempre presenti)?!

Ti dirò poi che se, anzi, un capo si interessa dei tuoi problemi (tu manovale) o parla con te dei tuoi figli, se vede la loro foto attaccata all'armadietto e si interessa di cosa fanno a scuola ecc.ecc. è comunque un forte sprone a darti da fare nel tuo compito, che può essere anche quello di spazzare bene il pavimento, ... e così fai squadra, coinvolgendo tutti i collaboratori, dal più umile al piu ......str...
Anzi questi ultimi cessano immediatamente di fare gli str.. perchè il clima di collaborazione di gruppo li fa sentire estranei: o si adeguano, o si auto escludono (e se ne vanno!).
Ciao Stefano , ripensaci a non dare del tu al capo se te l'ha chiesto lui.

PS per Stefania: io l'astronave non ce l'ho, ho una bici che nel 1961 era una figata unica , era una Atala da corsa e costava 49.000 lire (la bianchi di Coppi ne costava 52.000). ... allora ero ricco!

[Quality]

[QualitiAmo - Alberto]

[2p71828]

riporto la mia esperienza

generalmente parto con un Lei e nel caso sono in grado di mantenere tutta la conversazione in un registro molto formale. Se gli interlocutori sono più di uno utilizzo il "loro" e non il "voi".

dopo una breve analisi comunque di solito passo al tu, quando non arriviamo agli epiteti in luogo del "Tu" del tipo "busona" etc
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