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La lezione che arriva dal Giappone

 
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Autore Messaggio
Stregatto
Donna di qualità


Registrato: 21/09/07 10:41
Messaggi: 1668

MessaggioInviato: Lun Mar 14, 2011 11:39 am    Oggetto: La lezione che arriva dal Giappone Rispondi citando

Ho seguito molto da vicino la tragedia che ha colpito il Giappone nei giorni scorsi e ne ho ricavato qualche insegnamento da applicare nel mio lavoro.
Ecco gli spunti che ho trovato leggendo su internet le notizie che arrivavano dai giapponesi:

1) l'efficienza durante le emergenze si ottiene solo con tanto esercizio e molta applicazione. Sapevate, ad esempio, che in ogni ufficio e azienda giapponese c'è un manuale che raccoglie le avvertenze su come comportarsi durante il terremoto e che questo libro viene periodicamente letto da TUTTI i dipendenti? Come se non bastasse, vengono fatte regolarmente esercitazioni e prove su come comportarsi in caso di forti scosse. Adesso vi chiedo: quando avete fatto l'ultima esercitazione antincendio o antisismica? Come si sono svolte?

2) l'abbiamo visti tutti, credo, gli sfollati in coda per un po' d'acqua potabile. Sono tristi, distrutti dalla disgrazia che li ha colpiti ma straordinariamente calmi. Ho pensato, da brava abitante del sud dell'Europa, ma come fanno? Credo di aver trovato la risposta: sanno che non sono soli e che una struttura statale si occuperà di loro. Siamo in grado di garantire la stessa cosa nelle nostre piccole organizzazioni?

3) tra le tante, ho letto il racconto di una maestra che, al momento della scossa, non si è scomposta, ha fatto alzare i bimbi, li ha messi in fila in ordine e li ha portati tutti sul tetto dove hanno aspettato i soccorsi facendo lezione e facendo i compiti.
Una pazza? Non credo. In fondo correre e urlare non avrebbe cambiato la loro situazione. Meglio comunicare tranquillità e seguire le procedure approvate.

Un augurio di cuore al popolo giapponese: spero che si riprendano presto e che continuino a darci lezioni di come si può applicare la qualità nella nostra quotidianità e nelle disgrazie.
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dario
Enigmatico sorridente


Registrato: 27/11/07 16:30
Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Lun Mar 14, 2011 2:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carissima, mi associo a te con un pensiero per chi sta subendo le ire della natura, laggiù, ma anche in altre parti del mondo.

Per le tue considerazioni sul comportamento dei giapponesi, io affermo che è tutto questione di cultura.
Cultura diversa dalla nostra e che non puoi trasferire, perché poggia su valori diversi.
Ogni paese ha la propria cultura e sebbene nella globalizzazione c'è un tentativo (buono o cattivo) di condivisione, trasferimenti o "belle copie" sono difficili.

Bella settimana a tutte/i.
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Lun Mar 14, 2011 3:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sono d'accordo con Dario che molto di ciò che abbiamo visto e letto in questi giorni sia frutto della cultura giapponese ma è vero che si può anche fare cultura, seppure con un senso leggermente diverso, e si può imparare da chi gestisce certe situazioni meglio di noi.

Ci vorrà del tempo, ci vorrà molto lavoro ma, in fondo, lavorare sulla cultura di un paese - in grande - non è molto diverso dal lavorare sulla cultura di un'organizzazione in piccolo.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
Messaggi: 10266

MessaggioInviato: Lun Mar 14, 2011 3:10 pm    Oggetto: Re: La lezione che arriva dal Giappone Rispondi citando

Spero perdonerete un po' di ironia per stemperare questa tremenda disgrazia...


Stregatto ha scritto:
gli sfollati in coda per un po' d'acqua potabile.


Come diceva Giacobazzi a Zelig, in Italia si sarebbe vista la fila a "cuneo", con un primo, tre secondi e 12 terzi, tutti che sgomitavano per chi dovesse approvvigionarsi per primo!
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Konsulente Kualità
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Lun Mar 14, 2011 3:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ironia? Mi sembra semplicemente il ritratto fedele della realtà!
Gli italiani stanno alle code come gli eschimesi al costume da bagno! Wink

Non dimenticherò mai la conversazione che ho orecchiato una volta sul treno e che si svolgeva tra due ragazze che si raccontavano le loro vacanze. Ad un certo punto quella che era appena tornata dalla Svezia ha detto: "un paese molto bello e interessante però passano la vita in coda, persino quando aspettano l'autobus!"

Ecco... Sad
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mascalzone79
Masaniello della qualità


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MessaggioInviato: Mar Mar 15, 2011 1:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stregatto, la tua riflessione è bellissima e giustissima, ma il comportamento dei giapponesi durante la scossa (vedi ad esempio la maestra e i bimbi che salgono sul tetto con calma continuando a fare lezione), nasce da un principio fondamentale: tutti gli edifici, in Giappone, sono costruiti con rigidissimi criteri antisismici, proprio perché sanno che la terra dove vivono si muove in continuazione, e pericolosamente. Chi di noi si ricorda ancora della scuola di San Giuliano di Puglia? Di una generazione di bimbi completamente cancellata dal sisma?
Da allora, in Italia si è provveduto a rimappare gli edifici pubblici, stabilendo un grado di rischio sismico per ognuno di essi. Ma poi? Io vedo ancora oggi bimbi che entrano in catapecchie che definire scuole è un complimento... Sad
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Quality
Motivatore


Registrato: 26/09/08 15:13
Messaggi: 3369

MessaggioInviato: Mar Mar 15, 2011 3:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

E' vero tutto ciò che avete scritto.

Sicuramente occorre fare cultura, certamente gli Italiani stanno alle code come gli eschimesi al costume da bagno.

Vero, tutto.

Non facciamo solo però l'errore di considerare (e paragonare) solo il meglio degli altri col peggio degli italiani (anche questa è una nostra caratteristica/abitudine).

L'altra sera durante un talk show si sono collegati con un prof. italiano che insegna in Giappone (in una delle città vicinissime alla centrale rovinata) e che in estrema sintesi diceva: "Qui nessuno si lamenta, ma non so se è una virtù...".
Lui al contrario continuava a preoccuparsi e a lamentarsi ed ogni due/tre frasi ricordava che con lui c'erano moglie ed una figlia piccola che non voleva continuassero a stare sotto la possibile influenza della "neve radioattiva".

Ecco, noi siamo così, e non so se è poi un difetto. E' parte del nostro DNA "latino", è frutto delle nostre vicissitudini storiche e magari anche della nostra tradizionale scarsa fiducia nei governanti che nei secoli si sono alternati sul nostro paese.

Anni fa mi è capitato di mangiare un boccone in un fast-food in Germania. Mentre ero al tavolino osservavo la coda che iniziava a formarsi nella cassa davanti a me.
Silenziosi, ordinati, continuavano a mettersi in fila senza ciacolare, senza sgomitare, senza mettere in discussione la "regola da seguire" in quella circostanza.
Quando poi la coda cominciava a diventare abbastanza lunga da rischiare di "ostacolare" il passaggio degli altri clienti che transitavano per andare a svuotare i vassoi ecco che, in automatico (e sempre ordinatamente e silenziosamente) i successivi "accodati" che via via arrivavano hanno iniziato a mettersi in fila ma girati di 90° e di lì a poco la coda che prima era verticale è diventata una "L" che permetteva il transito delle persone anche in presenza di una lunga coda davanti alla cassa.

Probabilmente esagero, ma quella visione mi aveva lasciato un senso di inquietudine...
Mi è sembrato di vedere quello stesso "terreno fertile" di persone ordinate e rispettose che, due generazioni prima, era stato arato da chi seminava l'odio al fine di creare un nuovo ordine mondiale.

Certo anche noi abbiamo avuto il nostro triste passato ma forse, anche in quella circostanza, la nostra faciloneria e il nostro scarso approccio alle regole ci ha aiutato a limitare i danni e ad uscire poi dal "tunnel".

Non fraintendetemi: stimo molto i Giapponesi per il loro modo di reagire in questa circostanza. Sono davvero bravi e forti ad affrontare quella immane tragedia con la loro compostezza.
Non me la sento però di calcare per l'ennesima volta la mano sugli Italiani perchè non sono come gli altri.

Ciacciao
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Se lo puoi sognare, lo puoi fare.
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Mar Mar 15, 2011 4:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Quality ha scritto:
Non facciamo solo però l'errore di considerare (e paragonare) solo il meglio degli altri col peggio degli italiani (anche questa è una nostra caratteristica/abitudine).


Hai ragione, Quality, cerco di non farlo mai ma noi italiani di difetti ne abbiamo davvero moltissimi e credo che emergano senza vergogna perché manca un riscontro sociale che ce ne faccia vergognare. In poche parole, se sei un maleducato e la tua famiglia o la scuola (sigh...) non te lo fanno notare, difficilmente qualcuno lo farà all'esterno.
Così non è per un popolo come quello giapponese che è molto "costretto" (è un bene? E' un male? Non saprei...) dalla società che mostra riprovazione per i comportamenti negativi.

Quality ha scritto:
E' parte del nostro DNA "latino", è frutto delle nostre vicissitudini storiche e magari anche della nostra tradizionale scarsa fiducia nei governanti che nei secoli si sono alternati sul nostro paese.


Ecco, direi che hai colto il nocciolo della questione. Credo che solo l'Italia sia stata capace di arrivare a superare limiti incredibili (siamo un piccolo Paese ma conosciuto in tutto il mondo per la nostra arte, per la cultura, per i monumenti, la pittura, la cucina, l'abilità dei nostri artigiani, ecc.) e ad impantanarsi in situazioni al limite del paradossale.
E' fantastico andare all'estero e vedere gli stranieri che ti guardano con ammirazione solo perché sei italiano e perché vieni da un Paese dove quasi ogni pietra ha una storia ma che tristezza quando poi iniziano a farti domande sul nostro futuro!

Quality ha scritto:
Quando poi la coda cominciava a diventare abbastanza lunga da rischiare di "ostacolare" il passaggio degli altri clienti che transitavano per andare a svuotare i vassoi ecco che, in automatico (e sempre ordinatamente e silenziosamente) i successivi "accodati" che via via arrivavano hanno iniziato a mettersi in fila ma girati di 90° e di lì a poco la coda che prima era verticale è diventata una "L" che permetteva il transito delle persone anche in presenza di una lunga coda davanti alla cassa.


Già. Pensa che in Giappone si muovono con il doppio senso di marcia anche sui marciapiedi. L'ho sperimentato in prima persona. Wink
Scendi in metropolitana e ti ritrovi in un formicaio ma è un formicaio che funziona e dove nessuno ti urta nemmeno per sbaglio.
Hai mai preso la metropolitana a Milano nelle ore di punta? Sad

Quality ha scritto:
Probabilmente esagero, ma quella visione mi aveva lasciato un senso di inquietudine...
Mi è sembrato di vedere quello stesso "terreno fertile" di persone ordinate e rispettose che, due generazioni prima, era stato arato da chi seminava l'odio al fine di creare un nuovo ordine mondiale.


No, dai, essere organizzati ed educati non significa appoggiare gente come Hitler. Tra l'altro abbiamo avuto anche noi il nostro bel tomo e siamo casinisti per natura.

In questi giorni ho letto che c'è chi ha definito i giapponesi come un popolo di tredicenni.
Può essere. Però io vi dico sinceramente che se dovessi stare davvero male preferirei entrare in un ospedale giapponese che in uno italiano (assicurazione sanitaria a parte).

Luoghi comuni? Non dico di no ma la sensazione è che sbaglino anche loro (e lo stiamo vedendo con la centrale che oggi è nell'occhio del ciclone) ma che si correggano e imparino dai loro errori.
Per quanto mi riguarda è un buon punto di partenza per dare loro fiducia e poi è la base di ciò che ci insegna la nostra amata Qualità.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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bull
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Registrato: 21/09/07 10:11
Messaggi: 1365

MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2011 7:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

dopo aver letto le vostre considerazioni mi sono imbattuto in questo articolo che mi sembra le riassuma abbastanza bene.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8511&ID_sezione=&sezione=
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2p71828
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Registrato: 31/10/08 17:43
Messaggi: 2750

MessaggioInviato: Ven Mar 18, 2011 8:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Rispetto e ammiro il Giappone

ma anche noi abbiamo avuto tragedie come il terremoto del Friuli e diga del Vajont e in tali emergenze la popolazione ha reagito e si sono messi subito all'opera per salvare il salvabile, recuperare i morti e ripartire.
Quanti volontari con pala e piccone!
Anche nell'ultimo terremoto dell' Aquila, da tutta l'Italia sono partiti i volontari.
Questo deve essere un nostro vanto!

I giapponesi sono molto ligi o rigidi alle regole ma mi ricordano anche come lo fossero i servi della gleba o i nostri braccianti (e non sono completamente sicuro che il loro modus operandi sia dovuto alla morale piuttosto che a un retaggio medioevale (da loro terminato molto più tardi che da noi) di sottomissione)

sulle code tedesche la mia esperienza è diversa da quella di Quality. Ero al check in di un aeroporto tedesco, coda abbastanza lunga ma ben ordinata alle 5 del mattino. Quando la coda iniziò ad allungarsi, a causa della stupidità/avarizia della compagnia di volo che aveva predisposto solo due addetti, e i tedeschi non erano più sicuri di riuscire a fare il check in, la fila si è smembrata con gente che saltava da un ramo all'altro e spingendo eliminando le barriere mobili si precipitava allo sportello, sopravanzando a persone che erano da più di mezzora in coda prima di loro.
Morale: se togli la sicurezza di successo in tutte le popolazioni si risveglia il senso di sopravvivenza a costo di sopraffare il prossimo.

terzo punto che tra l'altro ho già discusso altrove. quanto successo nelle centrali è anche grave colpa della compagnia che gestisce l'impianto che aveva allestito solo in parte i sistemi di contenimento degli eventi avversi:
manca la possibilità alle centrali di avviare in proprio le pompe del circuito di raffreddamento per mancanza di corrente elettrica.
_________________
=fixed(exp(1);5)
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