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A cosa porta il miglioramento continuo?

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Alberto
Moderatore


Registrato: 10/11/09 11:26
Messaggi: 4567

MessaggioInviato: Mar Feb 22, 2011 5:03 pm    Oggetto: A cosa porta il miglioramento continuo? Rispondi citando

Secondo molti studi nel campo della qualità, il miglioramento continuo va ad innescare due percorsi ben precisi: uno esterno all'organizzazione e uno interno.

CICLO ESTERNO

- prodotti migliori, servizio migliore
- clienti più soddisfatti
- aumento della quota di mercato
- maggiore profitto

CICLO INTERNO

- migliore utilizzo delle risorse
- processi ottimizzati
- meno errori, ambiente più sereno
- costi inferiori
- maggiore profitto

Come potete vedere, entrambi i cicli portano ad un aumento del profitto. In un momento di crisi come l'attuale, secondo voi dove sbagliano le realtà italiane (ognuno pensi alla propria), dove interrompono il ciclo del miglioramento?
_________________
Alberto - Staff di QualitiAmo

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Alf
Apprendista forumista


Registrato: 18/02/11 13:18
Messaggi: 54

MessaggioInviato: Mar Feb 22, 2011 6:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tendenzialmente le aziende italiane sono poco inclini al cambiamento. Probabilmente retaggio di un tempo che fu, dove non esisteva la cultura della qualità, dove tutto ciò che veniva prodotto veniva regolarmente assorbito dal mercato.
Una delle più grosse problematiche, infatti, resta ancora la sovraproduzione che va a discapito della qualità, della velocità nelle forniture, dei valori di WIP e magazzino, ecc.ecc.

Se il cliente ti chiede 100 gli devi dare 100, non 90 e nemmeno 110… vuole 100 e basta

100 significa: Nr giusto di pezzi con la Qualità da lui richiesta nei termini di tempo da lui richiesti al prezzo concordato. Non serve produrre una Ferrari se ti chiedono una Cinquecento e viceversa
Sembra banale, ma non tutti la vedono così

Ma ci sono tanti aspetti da analizzare.
Il miglioramento continuo andrebbe fatto, prima di tutto, verificando ciò che hai a disposizione.
Esempio:

Le risorse sono sufficienti?

Se SI’, le utilizzo al meglio: questo potrebbe anche comportare la “scoperta” di avere personale in esubero (nota dolente).
Se NO, comporta investimenti (altra nota dolente)

Se le mie risorse sono sufficienti e non le utilizzo al meglio, mi scontro inevitabilmente con realtà interne all’azienda, che non hanno alcuna voglia di cambiare…. “perché è sempre andato bene così”

Ma questo è solo l’inizio.

Purtroppo manca troppo spesso la volontà di autoanalizzarsi. Essere onesti con se stessi, durante queste analisi, è fondamentale
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2p71828
Qualità è precisione


Registrato: 31/10/08 17:43
Messaggi: 2750

MessaggioInviato: Mar Feb 22, 2011 7:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

quando si parla di miglioramento continuo sembra di sentire una tautologia

se miglioro è ovvio che sono migliore che il prodotto è migliore etc.ect.

qui stiamo parlando però di un altro punto: se sia preferibile un miglioramento a piccoli passi ma continuo contro dei miglioramenti discontinui ma di entità maggiori singolarmente.

la mia risposta è dipende dal settore perchè anche il miglioramento continuo ha dei lati negativi e dei rischi.

il miglioramento continuo può causare anarchia: qualsiasi sistema ben strutturato con molti prodotti, linee di produzione etc avrà procedure, istruzioni, operative e moduli che dovranno essere aggiornati ad ogni miglioramento. Appena si perde il ritmo degli aggiornamenti, la documentazione risulterà obsoleta e poco credibile dall'operatore
secondo problema: La validazione. non tutte le caratteristiche del prodotto servizio possono essere controllate prontamente e d'altro canto i piani della qualità vengono redatti sulla base di un processo produttivo definito.
Ora se apportate ogni mese una modifica alla linea, siete sicuri che il piano della qualità assicuri ancora il livello di confidenza precedente? le eventuali prove affidabilistiche, prove che durano mesi se non semestri, saranno ancora superate? (sicuramente avrete introdotto i piccoli cambiamenti prima di eseguire la prova affidabilistica e d'altro canto non potete partire con un run di prove ogni mese!)
L'esempio tipico è la modifica di una lavorazione con il controllo eseguito secondo il vecchio standard per poi scoprire che a) il controllo con la nuova lavorazione avrebbe richiesto test e criteri differenti b) la durata del componente è stata compromessa
terzo problema. le implicazioni legali. Per alcuni settori è fondamentale che una volta approvato il processo questo non venga modificato pena la perdita dell'omologazione
quarto problema. Alcune commesse richiedono esplicitamente che tutte le modifiche siano approvate dal cliente: gli mandate una e-mail ogni mese e attendete la risposta? e se questo vi richiede la rivalidazione?

non mi stancherò di ripeterlo una quindicina di anni un cliente tedesco con chiara fama di qualità (allora) arrivò a fotografare la linea di produzione e tutti gli operai per assicurarsi che negli audit successivi nulla fosse mutato. Quando chiedevamo una modifica ci rispondeva che sarebbe servito un anno di validazione di test di durata e che quindi era meglio pensarci due volte se ne valesse la pena. I campioni utilizzati per la validazione erano utilizzati anche per il confronto della produzione in corso e non si dovevano rilevare differenze significative restringendo di fatto le tolleranze a disegno.
La cosa però funzionava.


In Italia, a differenza di quanto dice Alf, nelle medie e piccole imprese trovo valga la regola dell'eterno cambiamento, dopo un settimana/un mese il processo produttivo è già differente da quanto validato. Si sono cambiati i parametri di lavorazione, i tempi, gli strumenti di misura, i piani di controllo, a volte le attrezzature e i lay-out etc Sembra che ogni mattina qualcuno si inventi qualcosa di nuovo e tutto viaggi nell'anarchia.

P.S per Alf
cito "Se il cliente ti chiede 100 gli devi dare 100, non 90 e nemmeno 110… vuole 100 e basta"
non sono d'accordo dipende da quanto gli offre la concorrenza
se il tuo concorrente gli da 120 a parità di prezzo e tu gli dai 100 sei tagliato fuori.
Se Armani, Gucci etc dovessero darti 100 sarebbero falliti.
Se d'altro canto gli dai 90 a metà prezzo viene da te (vedi prodotti cinesi)
_________________
=fixed(exp(1);5)
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Alf
Apprendista forumista


Registrato: 18/02/11 13:18
Messaggi: 54

MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 10:37 am    Oggetto: Rispondi citando

2p71828 posso darci ragione solo in parte:

cito: se il tuo concorrente gli dà 120 a parità di prezzo e tu gli dai 100 sei tagliato fuori.

In questo caso si parla di una fase di acquisizione cliente/ordine. Io parlo di una fase successiva, in cui il processo produttivo è già avviato e gli accordi presi. Sarà compito tuo, poi, continuare a migliorare il tuo processo in modo da essere in grado di reagire immediatamente di fronte ad una richiesta di adeguamento prezzi/qualità/quantità ecc.
Non sei tagliato fuori se dai al cliente ciò che chiede e, se domani chiede di più devi essere pronto, a darglielo.

Gucci e Armani, fanno parte di un mercato in cui il rapporto produttore/cliente è molto diverso rispetto a quello ad un’industria che lavora per il settore, ad esempio, Automotive, dove i margini di guadagno sono sempore molto risicati ed il miglioramento continuo si impone sempre

Creare un flusso continuo e ed avere un processo produttivo sotto controllo anche con analisi SPC, significa “miglioramento continuo” e non cambia necessariamente la tipologia di processo e non necessità per forza una nuova validazione.

Ridurre spazi di percorrenza del personale, non significa cambiare il processo, ma ridurre tempi, ottimizzare spazi, quindi, ridurre costi della “non qualità”

Migliorare il tempo di setup di una macchina, non necessità validazione, ma riduce tempi e costi.

Il Lean predica sempre e comunque la politica dei piccoli ma costanti miglioramenti, non di cambiare tutto in continuazione
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mascalzone79
Masaniello della qualità


Registrato: 03/09/09 17:59
Messaggi: 1347

MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 11:31 am    Oggetto: Rispondi citando

Scusate se m'intrufolo nella bella discussione tra Alf e 2p71828, peraltro parlando da estraneo del settore automotive... Ma leggendo i vs. discorsi mi sento di dare ragione a 2p71828, e spiego perché:

anni fa la Fiat produceva automobili che oggi definiremmo cinesi (la Uno, la Tipo, ecc.). Mi ricordo che la Uno ad esempio, aveva un cruscotto di plastica durissima, che in caso d'incidente si spaccava e ti faceva davvero male. Poi venne la prima Punto, che aveva un volante che si spappolava tra le mani nel corso del tempo... I clienti iniziarono a protestare per questo basso livello qualitativo e a snobbare il marchio. Quando uscì la Stilo, i giornali del settore parlarono di salto qualitativo al livello delle auto tedesche, e mi ricordo che ci furono grandi elogi per il cruscotto che era in plastica morbida.

Ora, se la Fiat non avesse deciso di offrire con la Stilo 110 anziché 100 (o 70, dipende dai punti di vista), credo che oggi parleremmo di un marchio in fallimento.

Ovviamente questo è il mio pensiero!
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Alf
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Registrato: 18/02/11 13:18
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MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 11:58 am    Oggetto: Rispondi citando

Intrufolati pure... anzi, meno male che la discussione è aperta Wink


Inizio a pensare che stiamo dicendo la stessa cosa in modo diverso.

Se si spappolava il volante o il cruscotto era troppo duro, significa che la Fiat non rispettava ciò che il mercato chiedeva in termini qualitativi (questo era risaputo e la Fiat se ne è fregata bellamente finchè non ha potuto più evitarlo), quindi se il mercato gli stava chiedendo 100, la Fiat gli stava dando 80… con la Stilo ha iniziato a dare 100, anche se ho qualche dubbio visto che nei fanali anteriori quando pioveva, si formava un acquario.

Ma come è arrivata a questo, attraverso analisi, segnalazioni, che hanno spinto, gioco forza, ad un miglioramento.

E’ stato, però, un miglioramento quando però il danno era già fatto. Il miglioramento continuo è atto ad evitare che il danno avvenga.
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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
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MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 12:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

2p71828 ha scritto:
se miglioro è ovvio che sono migliore che il prodotto è migliore etc.ect.


Mi intrometto solo per dire che anche su questo si può rispondere: dipende!

Nella mia azienda, purtroppo, dal vertice del gruppo viene da tempo dato l'input di fare saving a tutti i costi...
Quando facciamo saving miglioriamo secondo quanto prescitto dal CEo ma il nostro prodotto ti garantisco che peggiora visibilmiente! :cry:
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Alf
Apprendista forumista


Registrato: 18/02/11 13:18
Messaggi: 54

MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 12:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

migliorare non significa diventare "i migliori", ma attrezzarsi per poter reagire immediatamente di fronte alle richieste di mercato.

I savings devono per forza essere supportati da opportune azioni di miglioramento, altrimenti non sono "savings" ma solo "tagli".

Forse è meglio che ora io faccia un po' silenzio Mr. Green
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
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MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 1:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Alf, scherzi? Parla, ragazzo mio, parla. Quello che dici e la discussione che stai facendo con i colleghi è estremamente interessante.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Alf
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MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 1:14 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tieni presente che sono logorroico.... se parto non mi fermo più Embarassed sigh... vergogna...
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Portello
Qualfista


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MessaggioInviato: Mer Feb 23, 2011 5:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nella mia realtà l'errore è fondamentale.
Il miglioramento continuo è visto solo come miglioramento del prodotto e quindi, essendo noi terzisti, non ci riguarda!!
Per il resto il processo e le sue inefficienze sono considerati come un dato non modificabile e quindi non migliorabile se non marginalmente.

Conclusione: lavoriamo come se fossimo nell'Italia degli anni '50!!
_________________
Portello
Più è semplice, meglio è
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