Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[QualitiAmo - Stefania]

Pisa fa scuola: ecco un esempio di come si può tamponare un problema con intelligenza, inventiva e tanta voglia di fare.

Ne aveva già parlato "Report" qualche tempo fa ma visto che oggi i quotidiani riprendono il filo del discorso, ve lo propongo.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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[2p71828]

per me non è tamponare un problema, ma un giusto approccio all'impiego degli insegnanti.

se un insegnante non sa scrivere il testo delle proprie lezioni non è idoneo.
si dovrebbero comperare i libri solo come supporto per approfondimenti, maggior esercizio etc. non come sistema portante
(è come se un RGQ dovesse acquistare le procedure e il manuale)

[QualitiAmo - Stefania]

Non sono proprio d'accordissimo, zancky perché una persona può essere bravissima ad insegnare ma non altrettanto brillante nel preparare un buon libro di testo (che, per essere accattivante, ha bisogno di una buona grafica, di immagini significative, degli spazi giusti nei quali far vivere il testo, ecc.).

Anche solo fermandosi al testo, chi scrive un libro deve capire quanto essere analitico e quanto essere sintetico per non rendere il libro troppo pesante o, al contrario, troppo superficiale.
Per un insegnante è più semplice: sarà sintetico se chi lo ascolta lo comprenderà bene e si soffermerà maggiormente sui particolari quando chi lo ascolta non comprenderà a fondo ciò che sta cercando di spiegargli.

In definitiva sono due professionalità diverse che spesso convivono felicemente nella stessa persona ma non è detto che sia sempre così.
In fondo è un po' come per i giornalisti: i fuoriclasse trovano le notizie e le mettono nero su bianco in modo meraviglioso, gli altri si dividono in due gruppi: 1) chi trova le notizie ma le scrive maluccio 2) chi scrive bene ma si fa sempre "bruciare" dai colleghi
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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[2p71828]

un premio nobel diceva che non esiste un argomento difficile da spiegare se lo si conosce abbastanza.

E' ovvio che se devi far leggere Dante ti appoggi ad un libro, ma per la maggior parte delle volte i commenti e le spiegazioni devono venire dal professore stesso

[Portello]

Interessante questo topic.
Non so da che parte stare...
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Portello
Più è semplice, meglio è

[2p71828]

[QualitiAmo - Stefania]

[2p71828]

1)Stiamo parlando di laureati, dovrebbero almeno aver scritto la propria tesi
2) Lo stato ha speso milioni per la loro formazione informatica (che almeno serva a qualcosa)
3) potrebbe essere una metrica per giudicare un professore senza scomodare il numero di bocciati etc.

[QualitiAmo - Stefania]

[massimo2mila2]

beh, mi sembra che l'indicatore del numero dei bocciati sia davvero poco qualitatese. e ho sentito in giro storie di presidi che spingono a limitare il numero dei bocciati e innalzare la votazione media per innalzare il prestigio della scuola e l'appetibilità ai nuovi iscritti.

[Portello]

Il numero di bocciati non è un indicatore da utilizzare per valutare la bontà di un insegnante.
Il problema di fondo è che i professori sono preparati sulle materie (ma anche qui ci sono eccezioni, purtroppo), ma NON sulla didattica. E' chiaro che per insegnare devi sapere, ma devi anche saper insegnare. La professionalità di un professore è questa.
Per la mia esperienza i migliori professori universitari sono quelli che usano il gessetto e NON obbligano alla lettura dei loro libri o dispense, ergo non hanno mai scritto sulle loro materie! Però sono quelli che se incontri per le scale e gli fai una domanda ti sanno rispondere ricorrendo al più ad una matita e un foglio di carta!
Ecco perchè non so da che parte stare.

P.S.
Secondo me il miglior indicatore della bontà di una scuola (di un insegnante non so) è la valutazione delle carriere professionali degli alunni dopo 3-5 anni dal completamento degli studi.
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Portello
Più è semplice, meglio è

[massimo2mila2]

sono d'accordo ma in parte.
tra l'altro sono molto perplesso sul crescente numero di scuole certificate CHIQUITA 9001.
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Il complesso mondo scuola ha le potenzialità di incidere sulla crescita di un intera nazione (io romanticamente ci credo ancora),

l'incidenza sul futuro e sulle aspettative lavorative di un istituto artistico piuttosto che un corso in antropologia / storiografia, sono molto basse, purtroppo.

d'altro canto un corso in infermieristica ha ottime prospettive lavorative,

esistono ottimi istituti d'arte e facoltà di antropologia, ma molti antropologi disoccupati.

esistono pessimi ospedali che erogano lauree in infermieristica e ben pochi infermieri disoccupati.

dunque l'indicatore del successo lavorativo è quanto meno un indicatore falsato da fattori esterni.

[QualitiAmo - Stefania]

[2p71828]

[massimo2mila2]

e poi le leggi di newton, archimede, pascal si possono anche studiare sui libri di 10-20 anni fa, o molto meglio su semplici schede (stile istruzione operativa) ideate dai docenti.

il tutto senza far spendere centinaia di euro alle famiglie degli studenti.