PAVIMENTAZIONI A PROVA DI NORMA
Norme pavimentazioni
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Pavimentazioni di pietra, lapidei agglomerati, ceramica: per tutti i gusti e all'avanguardia, ma soprattutto a norma. Lastre di pietra naturale con uno spessore maggiore di 12 mm; marmette modulari, cioè piccole lastre con uno spessore non maggiore di 12 mm; lastre rifilate e tagliate nelle dimensioni richieste dalla posa, che si differenziano per modalità di produzione (a spacco o a segagione) e per la finitura superficiale (levigata, lucidata, fiammata, bocciardata, scalpellata, sabbiata, water jet o a spacco naturale).
Sono i pavimenti di pietra più utilizzati, che oggi possono contare su un apparato normativo di grande interesse, volto a fissarne tutti i requisiti di prodotto con i relativi metodi di prova per la marcatura CE obbligatoria.
Di fondamentale importanza sono poi le norme europee (EN) relative alla terminologia, ai criteri di denominazione e ai metodi di prova; una base ineludibile per qualsiasi operatore che voglia scegliere con chiarezza e correttezza prodotti di materiale lapideo. A completare il quadro mancava solo il codice di posa, cui sta lavorando un gruppo in ambito UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione).
Per quanto riguarda le norme di prodotto, il quadro di riferimento per le pavimentazioni di pietra naturale è chiaro e definito. È già a disposizione degli operatori il pacchetto di norme armonizzate che fissano i requisiti dei prodotti e i metodi di prova per le lastre, i cubetti e i cordoli di pietra naturale da impiegare per pavimentazioni esterne (UNI EN 1341-1342-1343). A queste si aggiungono le norme di prodotto per le pavimentazioni interne relative alle marmette modulari e alle lastre da impiegare anche per scale (UNI EN 12057-12058). La marcatura CE è dunque obbligatoria ormai da quattro anni per i prodotti coperti dalle tre norme sui pavimenti esterni, e da un anno per quelli interni sopra citati.
È in fase di definizione, da parte del gruppo di lavoro UNI competente, il progetto di norma sulle «Istruzioni per la progettazione, la posa e la manutenzione dei rivestimenti lapidei per pavimentazioni». Si tratta di un progetto complesso e piuttosto ampio, che richiede ancora alcuni approfondimenti. La resa finale in termini prestazionali della pavimentazione, infatti, non può essere data solo considerando lo strato di rivestimento, ma anche i materiali utilizzati nella posa che concorrono a determinare le caratteristiche chimico-fisiche del pacchetto pavimento, le sue prestazioni in funzione dell'impiego e il suo ciclo vita in termini di durata.
Le norme europee chiariscono le condizioni di base relative alle pietre naturali. La UNI EN 12407 (Metodi di prova per pietre naturali - Esame petrografico), fornisce le indicazioni per l'esecuzione degli esami necessari per l'attribuzione del nome petrografico. La UNI EN 12670 (Pietre naturali - Terminologia) riporta la classificazione scientifica delle rocce (ignee, sedimentarie e metamorfiche), completa di prospetti e diagrammi. Infine la UNI EN 12440 (Pietre naturali - Criteri per la denominazione) specifica i criteri di designazione. In particolare questa norma è importante per evitare, come normalmente accade, che le pietre vengano chiamate con nomi commerciali relativi ai colori, alla provenienza, o ad alcune caratteristiche, ma che nulla hanno a che fare con la vera natura petrografica del materiale e quindi con le sue prestazioni, generando quindi confusione tra gli operatori del settore.
Il progetto di norma sulla posa rappresenta anche un riferimento per la redazione del progetto e la stipulazione del contratto; si applica a tutte le pavimentazioni interne ed esterne ad esclusione di quelle sopraelevate; fornisce una classificazione dei rivestimenti lapidei per pavimentazioni in base alla finitura superficiale, esecuzione dei giunti, effetto estetico, metodo di posa, tipo di disegno geometrico. Stabilisce i requisiti dei materiali impiegati, e indica gli strati e gli elementi previsti per la realizzazione dei rivestimenti lapidei per pavimentazioni. È importante considerare le eventuali interazioni tra il rivestimento lapideo e altri elementi (supporto della pavimentazione, tenendo presente le sue caratteristiche meccaniche, la deformabilità, l'umidità, la consistenza, la regolarità della superficie di posa, condotti e tubazioni).
Al pari delle pietre naturali, i lapidei agglomerati rispondono alle richieste di mercato e sono molto spesso impiegati nelle pavimentazioni. I materiali di partenza sono aggregati, ottenuti per comminuzione di diversi minerali industriali (ad esempio il quarzo) o di scarti di rocce ornamentali (marmo, granito), o ancora sabbie naturali. A tali materiali vanno aggiunte limitate proporzioni di leganti organici oppure inorganici. Essendo fabbricati industrialmente è stato possibile, nel corso degli anni, migliorare sempre più le proprietà fisico-meccaniche di questi prodotti. Il loro impiego è molteplice: nell'edilizia, dalle pavimentazioni ai rivestimenti esterni e interni, come facciate, scale e davanzali, nell'arredamento in genere (piani da cucina e da bagno), grazie anche alla vasta gamma di colori disponibili.
È ancora in fase di elaborazione la norma in attuazione della direttiva 89/106 sui prodotti da costruzione che permetterà di apporre la marcatura CE sulle lastre per pavimentazioni interne ed esterne. I produttori apporranno la marcatura CE sui loro prodotti dopo averli sottoposti a prova secondo quanto prescritto dalla norma. Dovranno determinarne le caratteristiche fisico meccaniche; di particolare importanza per l'impiego in pavimentazioni sono la determinazione della resistività elettrica e della resistenza all'impatto, mentre per verificarne la durabilità questi materiali dovranno anche essere sottoposti alle prove di resistenza all'abrasione e allo scivolamento.
Anche per le piastrelle di ceramica il quadro normativo di riferimento è esaustivo. Oltre alle norme europee esistenti in materia, è disponibile il rapporto tecnico UNI CEN/TR 13548 (Regole generali per la progettazione e l'installazione delle piastrellature di ceramica), che definisce la qualità delle piastrellature di ceramica, la loro progettazione e installazione, i principi di selezione dei materiali e il loro utilizzo, al fine di assicurare il raggiungimento di livelli di qualità. Il documento si applica alle piastrelle utilizzate per pavimenti e pareti, sia per interno che per esterno, installate utilizzando malta di cemento o adesivi. Definire la qualità delle piastrellature di ceramica significa rispondere a tre requisiti fondamentali: regolarità, resistenza nel tempo e sicurezza. La regolarità della piastrellatura viene valutata misurando la planarità, la presenza di dislivelli fra le piastrelle, l'orizzontalità (dei pavimenti), la verticalità (delle piastrellature a parete). La resistenza nel tempo dipende da una scelta accurata dei materiali, durante la fase di progettazione, tenendo ben presente sia la loro destinazione d'uso, che le condizioni di impiego e soprattutto le caratteristiche. Per esempio, nel caso di un rivestimento esterno è la caratteristica della resistenza al gelo a giocare un ruolo predominante; per le pavimentazioni di edifici pubblici è la resistenza all'abrasione e all'attacco di agenti chimici.
(fonte: Il Sole 24 Ore)