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Change management: le best practices

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Alberto
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Registrato: 10/11/09 11:26
Messaggi: 4567

MessaggioInviato: Mar Dic 28, 2010 3:03 pm    Oggetto: Change management: le best practices Rispondi citando

Quali sono le migliori pratiche per la gestione del cambiamento (traduzione automatica)?
_________________
Alberto - Staff di QualitiAmo

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QualitiAmo - Alberto
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Registrato: 10/11/09 11:26
Messaggi: 4567

MessaggioInviato: Lun Lug 10, 2017 4:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

Torniamo sul tema della gestione del cambiamento con questo articolo tratto da Affari e Finanza.

Non solo conquista e fidelizzazione dei talenti, promozione della leadership e formazione, ma anche change management. Dalla ricerca
Top Employers 2017, effettuata sulle 79 aziende italiane che hanno ottenuto il riconoscimento per l’attenzione alle persone negli ambienti di lavoro, emerge tra le priorità la gestione del cambiamento. E si tratta
di un fatto nuovo per il nostro Paese, dove finora la questione era rimasta in secondo piano per l’urgenza di affrontare la lunga stagione della crisi poi e poi la lenta ripresa economica.
Non che lo scenario di fondo sia mutato in maniera considerevole, ma almeno le aziende più accorte sul fronte delle risorse umane iniziano a comprendere che – a fronte di un mercato in continua evoluzione – è
sbagliato mantenere un approccio statico, ma è opportuno farsi contaminare dai cambiamenti e attrezzarsi per cogliere le opportunità che via via si presentano. Del resto, il change management è proprio l’insieme
di strumenti e processi per riconoscere l’evoluzione dello scenario con il quale deve confrontarsi un’azienda e gestire l’impatto umano di una transizione.

Il tema del cambiamento è strettamente correlato con quello della gestione dei talenti e sviluppo della leadership (...). Il lavoro sta cambiando a grandissima velocità, si stanno trasformando non solo i confini - geografici e organizzativi - ma anche i ruoli, i percorsi di carriera, il modo stesso di lavorare. E l’ingresso delle nuove generazioni,
i millennians, lontanissimi dai modelli organizzativi tradizionali, impone nuovi modi di pensare al concetto stesso e luogo del lavoro, che «non è più vincolato a scrivanie e orari.

Lo stesso vale per i percorsi di carriera, sempre più trasversali e mobili.
Tendenze destinate a rafforzarsi negli anni a venire (...). Prepariamoci a un mondo del lavoro che sarà completamente diverso da quello a cui
siamo abituati. E il riferimento va non solo alle modalità di svolgimento delle attività, ma anche alle richieste di nuove figure professionali, che
andranno a sostituire numerose professioni destinate a scomparire.
Così come saranno destinati a cambiare gli uffici. Il futuro vedrà aziende senza uffici né scrivanie, dipendenti e colleghi che lavorano in modalità
agile e si collegano via skype, la scomparsa dei badge e degli orari, il lavoro pianificato per obiettivi e non per presenze. (...) I grandi motori del
cambiamento saranno l'intelligenza artificiale, la realtà aumentata, la
stampa 3D e le piattaforme di sharing economy. Da qui (...) l’importanza per le aziende di identificare i nuovi bisogni e modelli organizzativi,
basati su una sempre più approfondita cultura tecnologica che porti le persone a interagire e competere con e non contro le macchine.

In questo processo di cambiamento è fondamentale il ruolo di chi si occupa delle risorse umane (...). Il ruolo di direttore delle risorse umane è
cambiato profondamente negli ultimi anni: da longa manus del chief executive o tagliatore dei costi ad agente del cambiamento.
E in questa sua nuova identità, la priorità diventa allineare l’organizzazione e le persone con le priorità del business.

(...)

_________________
Alberto - Staff di QualitiAmo

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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Lun Lug 10, 2017 5:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

M hai fatto vere in mente quando (era il 1977) arrivò uno che si chiamava Lotti all'Ansaldo Meccanico Nucleare (di proprietà al 99,5 % dell' IRI) che in mezzo ad una faticosissima trattativa con tutti i Sindacati che pontificavano sul lavoro che fa male all'uomo,(condotta a colpi di fioretto da noi) questo Ing Lotti ( è mica il padre dell'attuale?) disse "affanculo tutti i sindacati e ch gli va dietro".
Era evidentemente una bomba sparata li per chiudere l'IRI.
Noi allora ci chiedemmo se questo fosse un fesso (e non lo era: ce lo ha confermato quel che successe immediatamente dopo)
Le Brigate Rosse comincuarono a sparare (a me che me ne ero andato dall'Ansaldo 20 giorni prima, a Bonzani direttore dell'UT e all'Italsider, li vicino, al povero sindacalista Guido Rossa (ucciso in pieno giorno! a colpa del rinculo, che era molto alto, come ebbe a dirmi della Skorpio il logista del sequestro Moro , il BR Lauro Azzolini, incontrato per caso a Milano.

Evidentemente si era già deciso nelle (nostre) alte sfere di chiudere l'IRI,

facendo diventare l'Italia da paese industriale che tutto il mondo civile ci invidiava (eravamo la 7° potenza del mondo..... lo sapevi?), grazie ai fratelli germanici , un popolo di camerieri. Non esercenti di turismo, ma proprio di camerieri!, ed ovviamente di clienti di mercati tedeschi che producono schifezze a basso prezzo, come la LIDL e la PRIX, o della Auchan Francese!

Scusa i nomi (se vuoi cancellali), ma ovviamente li ho inseriti perchè chi può non vada ad ingrassarli, per morirci poi!
Io non ero d'accordo e lo dissi a Lotti...lui mi sorrise.....ma forse avevano ragione lui ed i suoi mandanti!
Ciao
Paolo
PS :oggi la figura dell'Ing Lotti è stata personalizzata; oggi si chiama Change Manager, che sia così? mi sa che sia il solito imbagolamento per le menti più deboli (intanto cominciamo a combatterli dicendo che chi li farà cambiare di mestiere, di posto ecc. ecc., lo fa per il loro bene (evviva le stampanti in 3D)..... poi quando piangeranno col culo per terra, ......si vedrà! mah...!
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