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Controllo e gestione del rischio
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> La futura ISO 9001, l'attuale ISO 9001:2015 e le versioni precedenti
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Autore Messaggio
KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 9:32 am    Oggetto: Controllo e gestione del rischio Rispondi citando

Ciao, vi chiedo una cosa che è solo una sfumatura interpretativa...

Data una determinata attività A ad essa è sempre possibile associarci un rischio B.
Il controllo sull'attività A e l'attività di prevenzione del rischio B sono la stessa cosa oppure possono essere due cose diverse?

La tenuta sotto controllo di un'attività è sempre al contempo anche strumento di gestione del rischio?
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26583

MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 9:57 am    Oggetto: Rispondi citando

Ho inserito un titolo alla discussione. Controlla se va bene...
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Stefania - Staff di QualitiAmo

ISO 9001:2015 - SI AGGIUNGE ALLA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO IL NUOVO TESTO CHE SVELA I SEGRETI DELLA FUTURA NORMA



IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO



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Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 10:44 am    Oggetto: Rispondi citando

qui si va nella semantica pura, dipende da cosa vuol dire "per te" la frase "tenere sotto controllo"....
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 10:50 am    Oggetto: Rispondi citando

KK, il filosofo della qualità... Wink
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In Lak'Ech !

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KK
King of Kuality


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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 10:57 am    Oggetto: Rispondi citando

Slender Man ha scritto:
qui si va nella semantica pura, dipende da cosa vuol dire "per te" la frase "tenere sotto controllo"....


Provo a fare un esempio... spero me ne venga uno decente!

Attività: serraggio bullone
Controllo sull'attività: utilizzo di chiave dinamometrica tarata, statistica di collaudo su quanti trovati non conformi
Rischi: rottura dado, difetto vite, utilizzo di dado errato
Strumenti di prevenzione: dadi in scatole con codice bene in vista, controllo qualità in ingresso a campione della minuteria.

Secondo voi l'attività "Utilizzo di chiave dinamometrica" è diversa dai restanti strumenti di prevenzione del rischio o alla fine sono assimilabili?
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Slender Man
M.A.S.P.


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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 1:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

sono mondi contigui, DFMEA per capire che funzioni deve avere quell'oggetto e come lo progetti perche' funzioni bene, PFMEA per capire che cosa può andar male, confronto con la DFMEA per vedere la failure quale funzione influenza o danneggia... analisi del rischio "di utilizzo" secondo me lo copri cosi'... invece diverso e' il rischio locale, che succede se si spezza mentre lo monti, se l'operaio si fa male... sono vasi comunicanti.
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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
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MessaggioInviato: Mer Ott 18, 2017 3:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non so cosa sia la DFMEA e ho applicato la PFMEA una volta da autodidatta... ma immagino che sia come dici tu Very Happy
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Slender Man
M.A.S.P.


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Messaggi: 3220

MessaggioInviato: Gio Ott 19, 2017 10:19 am    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
Non so cosa sia la DFMEA e ho applicato la PFMEA una volta da autodidatta... ma immagino che sia come dici tu Very Happy


scusa: DFMEA di Progetto, PFMEA di Processo
aspettiamo quelli più esperti di me e vediamo che ne pensano
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dario
Enigmatico sorridente


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Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Mar Ott 24, 2017 7:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
Slender Man ha scritto:
qui si va nella semantica pura, dipende da cosa vuol dire "per te" la frase "tenere sotto controllo"....


Provo a fare un esempio... spero me ne venga uno decente!

Attività: serraggio bullone
Controllo sull'attività: utilizzo di chiave dinamometrica tarata, statistica di collaudo su quanti trovati non conformi
Rischi: rottura dado, difetto vite, utilizzo di dado errato
Strumenti di prevenzione: dadi in scatole con codice bene in vista, controllo qualità in ingresso a campione della minuteria.

Secondo voi l'attività "Utilizzo di chiave dinamometrica" è diversa dai restanti strumenti di prevenzione del rischio o alla fine sono assimilabili?

Ma lo fai per dare un po' di carta al certificatore o per riflettere sui rischi? Per il "bullone" (è un grande bullo?) se analizzi così riempi dieci pagine ... Dimentichi l'attrito, i materiali, la metodologia di produzione, gli acciai se è d'acciaio, le metodologie di serraggio, i lubrificanti, le rugosità... mi fermo ok? Naaa, pensa a Murphy... Per i rischi devi evitare di concentrare l'analisi sui minimi termini e rimanere a un livello superiore, altrimenti non finite mai. La teoria indica la via... Probabilità di accadimento, impatto e detettabilità, se vuoi un po' di precisione, ma mai nel dettaglio estremo, a meno che hai una squadra di fisici, ingegneri, metallurghi, economisti, tribologisti, ...
Costruite parti di astronavi? Parti nel senso di componenti complicatissime?
Scherzo lo sai Wink
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Mer Ott 25, 2017 12:11 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Dario, bell'esempio: hai inquadrato benissimo che razza di tipo pi r e v famiflie di pericoli chesi correin campi come quello deimissili (ricordi i 5 astronauti ,tre a i quali una mamma con figlioletti piccoli?, che hanno fatto la fine del topo in gabbia perchè avevano riusato una parte di missile di primo stadio con delle saldature che non avevano messe sotto controllo prima del ri-uso? .... ed erano criccate?). Bene dice Slender che è bene usare la DFMEA e PFMEA prima di tutto, e poi andare sul bullone e chiave dinamometrica. Purtroppo hai scelto un esempio sul quale si sono attaccati tutti (anche io) e invece volevi solo chiedere se l'intervento di riduzione del rischio deve essere della stessa "natura" o ambito del bullone?l-La risposta è: un po' come per le AC!.Cioè puo essere di natura diversissima. Volevi questo o ho toppato del tutto io?
Ciao
Paolo
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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
Messaggi: 10262

MessaggioInviato: Mer Ott 25, 2017 8:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Raga, il bullone era l'esempio per far capire come stavo approcciando il concetto...
Lasciate stare va.
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MZorzy
Forumista di Qualità


Registrato: 21/07/16 16:10
Messaggi: 417

MessaggioInviato: Mer Ott 25, 2017 9:10 am    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:

La tenuta sotto controllo di un'attività è sempre al contempo anche strumento di gestione del rischio?


spererei bene che le attività di controllo siano (almeno) sviluppate per evitare i rischi individuati.

ma senza arrivare a rischi enormi come "calamità naturali", non è che si può lasciar uno a guardar le previsioni meteo o osservar il cielo se arriva un pezzo di aereo o meteorite o satellite :-D.
eppure quello ci mette un attimo a mandar in malora tutto
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piegato tecnico,
niubbo sul sistema di gestione ma volonteroso di migliorare.
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MikiMarru
Come da manuale


Registrato: 21/11/07 22:34
Messaggi: 1313
Residenza: Brescia

MessaggioInviato: Mer Ott 25, 2017 7:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giusto in tema, io considero anche un altro fattore, che ho mutuato dalle analisi dei rischi più in ambito business.

Si tratta di considerare il tempo che - verosimilmente - intercorre tra il realizzarsi dell'evento e l'effetto (l'impatto) relativo.

Faccio un esempio:
Oggi entra viene emessa una direttiva europea che impone che i miei prodotti siano marcati CE a partire dal 2020.

E' un evento certo, impatto elevatissimo, ma ho tempo 3 anni.

Non necessariamente le attività richieste hanno - oggi- priorità su altre; l'anno prossimo, o tra due anni, invece, la valutazione sarà diversa.
_________________
Credo fermamente nel detto: "Non ti do il pesce, ma la canna da pesca, e ti insegno a usarla, perché tu possa pescare da solo". E' possibile che la mia risposta sia da intendere in tal senso.
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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
Messaggi: 10262

MessaggioInviato: Gio Ott 26, 2017 8:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Bello spunto quest'ultimo.
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dario
Enigmatico sorridente


Registrato: 27/11/07 16:30
Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Gio Ott 26, 2017 8:49 am    Oggetto: Rispondi citando

MikiMarru ha scritto:
Giusto in tema, io considero anche un altro fattore, che ho mutuato dalle analisi dei rischi più in ambito business.

Si tratta di considerare il tempo che - verosimilmente - intercorre tra il realizzarsi dell'evento e l'effetto (l'impatto) relativo.

...

Sono con te, Miki, il tempo è un fattore chiave.
Ma...
Se cansideri che devi eseguire un regolare riesame (per esempio almeno annuale) il lasso di tre anni per eseguire le necessarie verifiche rischi per la marcatura CE (la marcatura CE si basa sull'analisi rischi), io il tema non lo metto nei rischi, ma lo mettonella pianificazione... (ho due anni almeno per attivare tutto quanto necessario per arrivare nei tempi). Sei d'accordo?

Invece molto più importante (io troppo spesso mi scontro con manager che non capiscono) è il tema del breve tempo. Se un mese dopo la valutazione (review) dei rischi un evento fa mutare contesto o condizioni quadro o un nuovo cliente entra con requisiti strambi e mi butta nello stagno un nuovo rischio, magari con impatti altissimi e probabilità elevate, ecco che io attivo immediatamente il processo di gestione del rischio e non aspetto il prossimo riesame. Troppo spesso vedo che si limitano a mettere scritto bene, in Arial 11 bold che è stato individuato il nuovo rischio R17 e aspettano il prossimo riesame ... per scoprire due mesi dopo che hanno fornito il prodotto in Danimarca senza marcarlo CE e che il cliente fa partire un "casino" che costa dieci volte quello che pensavano fosse il "guadagno"... OK?

Gestire i rischi deve essere attività quotidiana, anche a breve termine, con attività puntuali o progetti a media o anche lunga portata, per i nuovi rischi o per quelli che subiscono forti cambiamenti.
Se ho seguito bene il senso dei guru nell'inserire nella 9001:2015 il tema, non sono fuori strada. Ho adottato questa logica e (forse ho avuto fortuna) funziona.
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