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Articolo di fondo:Andare nel Gemba

 
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Autore Messaggio
Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Ven Mag 22, 2015 12:49 pm    Oggetto: Articolo di fondo:Andare nel Gemba Rispondi citando

Mi sono letto l'articolo in oggetto ...e mi sono apparsi come in un flash i miei due primi anni di lavoro.

Appena arrivato (1970) in una delle più grandi aziende private italiane di allora (5000 addetti), ho chiesto subito di avere una tuta blu (degli operai, perchè disponibile subito) anzichè quella gialla dei capi: gli operai subito mi guardarono male, come un "intruso", in realtà essendo alto 1,96 metri dovevano farmene una su misura e ci voleva del tempo per farla.

Ecco le ragioni vere della scelta..... Per tutto il tempo di attesa di quella nuova (3 mesi) mi confusi con le "tute blu". La mia divisa vera rimase comunque quella blu per altri 2,5 anni, il tempo che rimasi in quell'azienda.

Perchè vi racconto tutto questo?,

perchè eravamo immediatamente successivo al lungo e terribile "autunno caldo" di scioperi ad oltranza, che durò da Novembre del 1969 ad Aprile 1970: un braccio di ferro che rimase memorabile nella storia nazionale.

Da questo nacque infatti la "Sindacatocrazia", prima, e le brigate rosse, dopo.

Ed io fui scaraventato sul Gemba, con la raccomandazione da parte dei miei capi di "non parlare con gli operai".... seppi dopo che la mia assunzione era avvenuta per sostituire tre giovani ingegneri, cacciati dagli operai stessi (furono portati a spintoni davanti alla palazzina "uffici" e abbandonati li (spariti: dalla paura diedero le dimissioni).

Io cominciai, ovviamente, ad andare a parlare con gli operai, chiedendo lumi sulla tecnoclogia .... che conoscevo benissimo, ma volevo capire da loro come erano le loro condizioni effettive di lavoro.

Intanto imparai subito i nomi dei loro caporioni ed un po' alla volta quello di tutti e 600 gli altri operai che erano alle mie dipendenze, assieme ai 5 capi reparto e almeno una ventina di capi squadra (tutti periti, che non erano certo teneri con noi ingegneri pivelli perchè erano stati scavalcati come capi officina, per scelta strategica della DG che voleva aumentare il livello culturale delle officine!). (Spesso finiva che mi portavano da casa le foto dei loro bambini e delle loro famiglie!!)

Io mi guadagnai la loro fiducia (me lo dissero esplicitamente loro dopo i primi 3 mesi nel gemba), per le osservazioni "giuste" che facevo alla Direzione sulle attrezzature carenti e sui cicli di lavoro sbagliati, contro i quali loro, gli operai, facevano quello che volevano (ed io a riprendrli perchè non li facevano cambiare dall'Ufficio tempi e Metodi, per far diventare la loro esperienza prassi aziendale).
Mi fecero anche degli "esami" improvvisi per capire se ero un pivello davvero o se sapevo lavorare (se avrò tempo un'altra volta vi racconterò uno di questi esami).

In un altra occasione vi ho già fatto capire che ero fortemente critico verso i grandi capi aziendali, fatti dirigenti a non meno di 45 anni di età, che erano arrivati a quei livelli facendo delle scelte definite "cretine" dagli operai stessi. [mi pare di avervi già raccontato del come feci risparmiare miliardi di lire all'azienda semplicemente rivoluzionando i cicli di foratura dei grandi corpi cilindrici per le caldaie e soprattutto criticando i sistemi di affilatura delle punte da trapano da diametro 100 circa, clamorosamente sbagliati, dai suddetti cretini.]

Il dare voce agli operai, il lavorare assieme a loro per migliorare tantissime cose, sia nella tecnologie, sia nell'organizzazione per farli lavorare bene e vivere meglio, oltre alla mia personale soddisfazione, provocarono un movimento di miglioramenti incredibili ed impensabili (parliamo di alcuni miliardi di lire).

Ricordo che per non perdere tempo, mi ero fatto trasferire la mia scrivania dalla palazzina uffici (posti in testa alle 9 navate dei capannoni da 400 metri di lunghezza) alla cabina del reparto n°10 del sig. Carlo Crespi (il più bravo ed il più entusiasta dei capi reparto di questa ventata di nuovo che avevo portato). Ero arrivato a farmi circa 10 km al giorno tra le navate per andare a parlare con tutti gli operai di questi miglioramenti: loro mi caricavano con le loro argomentazioni che, io dopo verifica, andavo a perorare con forza presso la Direzione portando loro numeri e cifre dei risparmi ottenibili.

Il resto della mia storia ve l'ho gia raccontato.

Questo per dire che l'andare sul gemba, con tutte le argomentazioni portate da Stefania nell'articolo citato (nessuna esclusa), è un metodo formidabile per ottenere un sacco di cose, per impararne altre centinaia e per ottenere risultati strepitosi, in termini di organizzazione ed efficienza (quella vera: senza frusta!)
ciao
Paolo
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